Accordo Ue-Marocco, l’agricoltura italiana stanca di essere barattata. Mdt presenta mozione in seno al Consiglio comunale di Vittoria

“La notizia che giunge in questi giorni dal Parlamento europeo dimostra, attraverso la spaccatura sull’accordo Ue-Marocco, la sconfitta dell’agricoltura italiana. Perdono gli agricoltori del sud Europa e vincono ancora una volta i Governi e i “poteri forti del nord”, schierati contro l’agricoltura mediterranea con il sostegno dei parlamentari del Ppe tra cui la Muscardini, vice presidente della Commissione commercio internazionale, a cui il presidente Fini farebbe bene a chiedere conto del suo operato a difesa di tali accordi, che sarebbero stati stipulati per favorire la transizione democratica del Marocco, ma che accelerano e aggravano enormemente gli spazi di una non controllabile nuova povertà nel nostro Paese e negli altri Paesi europei del Mediterraneo”. Lo dichiara Francesco Aiello a nome della Fima, la Federazione Italiana Movimenti Agricoli, nata per tutelare l’agricoltura italiana. “Solo una minoranza significativa – dice ancora Aiello – si è espressa contro l’accordo, compreso il relatore del testo, il francese Bovè, che ha ritirato il suo nome dalla relazione, per ‘gli effetti negativi sui piccoli agricoltori europei, per le condizioni precarie di lavoro e ambientali in Marocco e per l’inclusione del territorio del Sahara occidentale’, punto che violerebbe il diritto internazionale”. Il gruppo del Movimento territoriale di Azione democratica e i gruppi di opposizione, intanto, hanno presentato una mozione in Consiglio. Adesso si attende che l’argomento approdi in aula. Sulla delicata questione, il Comune di Vittoria tace. “Solo qualche commento sporadico e marginale – dice Aiello che è anche consigliere comunale – si sa, del resto, che il sindaco Nicosia non ha feeling con le questioni agricole”.

L’accordo, è bene ricordarlo, prevede l’apertura delle frontiere europee ai prodotti marocchini dell’agricoltura e della pesca, in particolare l’importazione di olio, cereali, agrumi e di ortofrutta, a fronte di esportazione dall’Europa di tecnologie industriali e in cambio di ulteriori commesse di opere pubbliche. “Già in passato – prosegue Aiello – l’agricoltura era stata oggetto di baratto a favore dell’industria meccanica italiana ed europea. Così, in assenza di una politica agricola valida, al di là degli slogan, i nostri prodotti saranno costretti a competere al ribasso, in una situazione di crisi economica e sociale devastante che colpisce tutti i Paesi Europei del Mediterraneo. Noi non possiamo consentire che si distrugga con determinazione autodistruttiva l’agricoltura del nostro Paese e si azzeri la prospettiva di un rilancio produttivo dell’economia agraria delle Regioni del Mezzogiorno, senza un’ adeguata politica di compensazione e senza tener conto dei drammi causati a centinaia di migliaia di agricoltori, condannati così alla rovina. Nella revisione della Pac occorre rispettare i principi sanciti nei trattati istitutivi, che prevedono di assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola migliorando il reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura. Un reddito che in Italia e’ già calato del 35 per cento negli ultimi dieci anni. Ogni accordo di questo tipo, non condiviso e non votato dai Parlamentari dei Paesi Ue Mediterranei, fa certamente gli interessi di alcune grandi lobby ma si pone in conflitto con l’economia reale di tutti i Paesi Mediterranei e in contrasto con il diritto comunitario”.

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