NUOVI DATI SULL’ARCHITETTURA FUNERARIA DI CAVA ISPICA SARANNO SVELATI VENERDI’ NEL CORSO DELL’APPUNTAMENTO DI “ERGASTERION-FUCINA DI ARCHEOLOGIA” CHE SI TERRA’ A IBLA

Nuovi dati sull’architettura funeraria rupestre del comprensorio di Cava Ispica. Saranno resi noti nel corso del nuovo appuntamento di “Ergasterion-Fucina di archeologia”, il terz’ultimo di questo ciclo di incontri promosso dalla sezione di Ragusa dell’associazione “SiciliAntica”, in programma venerdì 9 marzo a partire dalle 17,30 nell’auditorium di Santa Teresa a Ibla. Giuseppe Terranova, dottorando in Scienze archeologiche e storiche presso l’Università degli studi di Messina, illustrerà i risultati delle più recenti indagini sul campo (interventi di archeologia preventiva, scavi archeologici, survey sistematici) condotte nell’altopiano ibleo ad Est dell’Irminio e più specificatamente nel comprensorio di Cava Ispica sotto la direzione della Soprintendenza di Ragusa. Indicazioni che stanno via via aggiungendo nuovi importanti tasselli per la ricostruzione del tessuto insediativo antico. Continuano ad essere decisive quasi esclusivamente le numerose testimonianze funerarie di natura rupestre che, soprattutto per l’età preistorica e per quella tardoromana, consentono di ricavare dati sempre più puntuali non solo riguardo alle loro intrinseche connotazioni architettoniche, ma anche in merito al quadro distributivo e alla consistenza degli insediamenti antichi. Maria Federica Gianchino, laurea magistrale presso l’Università “La Sapienza” di Roma, si soffermerà, invece, sulla ceramica di Thapsos. Gianchino chiarirà l’attribuzione cronologica dei materiali ceramici rinvenuti durante la campagna di scavo effettuata a Bruca-Arizzi (Scicli) nel 2002. I reperti di tale scavo si trovano oggi in cinquantacinque cassette, conservate nei magazzini del museo civico di Modica intitolato a Franco Libero Belgiorno. Il sito di Bruca–Arizzi, attribuito già dagli scavatori (Di Stefano-Sammito) alla facies di Thapsos del Bronzo medio, riveste particolare importanza per la posizione. Si trova infatti in un posto strategico, punto di snodo tra la costa siracusana e quella agrigentina. Per quanto riguarda i materiali oggetto di studio sono stati selezionati e documentati, divisi per classi ceramiche e per morfologia, attraverso la realizzazione di una tipologia formale, estesa a tutti i contesti thapsiani. Infine Orazio Palio, ricercatore in Preistoria e Protostoria, parlerà delle testimonianze del bicchiere campaniforme, di provenienza europea, nonché della facies ad esso connessa e riferita alla prima età del Bronzo siciliano.

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