Scicli, maltrattamenti in famiglia. Imputato alza la voce in aula e accusa le forze dell’ordine: “Mi hanno infangato”

Aula delle udienze “scossa” dalle parole dell’imputato Giovanni Cascone, ieri mattina che in apertura di udienza ha chiesto di rendere spontanee dichiarazioni e davanti al microfono ha espresso giudizi pesanti contro le forze dell’ordine tanto che il presidente del Collegio giudicante, Antongiulio Maggiore ha sentito l’obbligo di intervenire per ricordare all’uomo che si stava assumendo delle grosse responsabilità attraverso le sue parole. “Tutto ciò che è stato fatto è falso – ha detto ad alta voce. Sono pienamente innocente, i carabinieri mi hanno infangato”. E il giudice: “Si rende conto della gravità delle cose che sta dicendo”? L’uomo ha proseguito: “Devo prima morire per essere assolto. Mia moglie non vuole venire a testimoniare perché ha paura. Da due anni mi hanno gettato fango addosso. Gente che deve garantire la giustizia ha fatto atti falsi per farmi arrestare”. Il magistrato, a questo punto, ha dovuto alzare la voce per evitare che le considerazioni dell’uomo peggiorassero. Cascone, 76 anni, fu arrestato nell’aprile del 2010 con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona e atti di libidine violenta nei confronti della moglie. E’ difeso dall’avvocato Claudio Zago che ottenne la restrizione domiciliare per il suo assistito. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri a seguito dei fatti raccontati dalla moglie dell’uomo, una marocchina di 31 anni che aveva spostato nel mese di marzo dell’anno precedente a Casablanca, non era la prima volta che l’uomo assumeva atteggiamenti vessatori. Tutto sarebbe scaturito, nel caso in questione, al rifiuto di un rapporto sessuale da parte della donna. Le prossime due udienze sono state fissate al 26 settembre e 21 ottobre nella speranza che la donna si presenti.

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