Modica: Dietro le quinte di un cortometraggio. “Sono, ma non sono Raffaele”, il corto sarà proiettato merocoledì 21 marzo alle 11 al Teatro Garibaldi

Fatima: E’ stato indetto un concorso a Modica, si intitola Versi di luce, c’è la sezione videopoesia, a putissumu fari cocca cosa?
Francesco: Cettu. Faciemila!
Questo è l’antefatto del cortometraggio SONO MA NON SONO RAFFAELE, corto liberamente tratto da una poesia di Raffaele Poidomani, dal titolo “Presso la culla in dolce atto d’amore”. Il corto è stato sceneggiato, diretto e montato da Francesco Turlà, anima di Locostudio Communication. A collaborare la Compagnia del Piccolo Teatro; Antonio Modica, che ha composto musica e parole della colonna sonora; Gianluca Abbate per le registrazioni audio; Rossana Bergamasco per le foto di scena. Dopo la scelta della poesia da rendere in immagini, è partita la macchina organizzativa. Prima cosa: coinvolgere Aristide, figlio del poeta nonché destinatario della poesia. Il corto è nato man mano: ci è sembrato, innanzitutto, degno di nota che un padre volesse “celebrare” la nascita del proprio figlio con la scrittura; la scrittura è per antonomasia immortale e universale. L’idea di fondo non era quella di celebrare Poidomani – poeta, quanto di concentrarsi su un figlio di un grande scrittore, sul peso che grava spesso sui figli dei grandi. In linea con la nostra idea, ma in maniera assolutamente inconsapevole, durante le fasi di ripresa Aristide continuava a ripetere, in un misto di umiltà e autodeterminazione: “Io sono, ma non sono Raffaele. Io sono io, sono Aristide. Non sono neanche degno di fare mio padre”. Il video, in un pirandelliano gioco delle parti, è giocato sull’identità/alterità di padre/figlio: Aristide interpreta il padre o sé stesso? Quella narrata è una storia privata e familiare, si racconta l’amore di un padre verso il proprio figlio, la sua amarezza per il futuro incerto che lo attende: Va dunque per il mondo e ti sia grato/ questo mondo…che adesca in una culla / per qualche anno ancora ci trastulla /poi il lavoro, poi i figli…e infine il nulla. Ma questa emozione non è forse universale? Come universale è in tanti tratti la scrittura poetica e prosastica di Raffaele Poidomani. Il corto è tra i finalisti, sarà proiettato il 21 marzo al Teatro Garibaldi, alle ore 11:00, insieme a tutti gli altri corti di videopoesia selezionati. Qualcuno potrebbe chiederci: Cosa rimane dopo tanto lavoro? L’aver canalizzato l’attenzione su uno scrittore ancora non sufficientemente rivalutato; la soddisfazione di un progetto portato a termine; la conferma dell’importanza della collaborazione tra i vari operatori culturali di un territorio e, infine, la scoperta di un Aristide sensibile e generoso, come sensibile e generoso era il padre.

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