Il sindaco di Vittoria chiede la dichiarazione di stato di calamità naturale

Il sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia ha inviato questa mattina una lettera al Presi-dente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, al Presidente della Regione Siciliana e al Prefetto di Ragusa per chiedere la dichiarazione dello stato di calamità naturale, misure straordinarie e urgenti di aiuto economico e la moratoria per i debiti agrari. “Intendo portare a conoscenza delle Signorie Loro – scrive il sindaco Nicosia – la gravissi-ma situazione causata dal passaggio, fra venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 marzo 2012, del Ciclone del Mediterraneo, in provincia di Ragusa e, in particolare, in territorio di Vitto-ria. I venti e le piogge torrenziali, di inaudita violenza, hanno distrutto centinaia di impianti serricoli e l’esondazione della diga di Licodia Eubea, delle cui responsabilità si chiede at-tenta verifica, ha allagato terreni e case in territorio di Vittoria e zone limitrofe. I danni che si rilevano alla fine, per il passaggio del ciclone, sono di una gravità estrema: è stato di-strutto l’ottanta per cento circa degli impianti serricoli del territorio di Vittoria e della fascia trasformata. Di fatto è stato vanificato il lavoro di migliaia di produttori e di aziende agricole di Vittoria, Acate, Santa Croce Camerina e di tutte quelle zone colpite dal maltempo. L’assenza fortuita di vittime ha reso meno eclatante e visibile ai media la calamità, ma la probabile morte economica di centinaia di aziende, in assenza di aiuti immediati, la renderà altrettanto drammatica. La nostra economia, già fortemente provata dal recente blocco dei trasporti e dalla crisi strutturale che interessa tutto il comparto agricolo, nonché dall’accordo Euro – Marocco approvato dal Parlamento europeo non più di qualche settimana fa, è ormai al collasso. I produttori, in questo momento, si trovano nella impossibilità di raccogliere il prodotto e, soprattutto nella impossibilità di mantenere gli impegni economici con banche, ditte fornitrici e con qualunque altro credito pubblico. Da domani, centinaia di produttori non avranno più un’azienda perché totalmente rasa al suolo, migliaia di lavoratori dell’indotto saranno disoccupati e migliaia di famiglia sul lastrico. Chiedo, pertanto, che venga dichiarato lo stato di calamità per i territori colpiti dal ciclone e che vengano assunti, in tempi rapidi, interventi straordinari e azioni forti a sostegno delle aziende colpite, una moratoria dei debiti agrari, con la sospensione di tutti i termini di pagamento per mutui, e una proroga per tutte le scadenze agrarie, indennizzi urgenti nelle stesse modalità con cui è stato fronteggiato il danno provocato dal batterio killer, per consentire così ai produttori e agli imprenditori danneggiati di continuare a lavorare e di non dover subire, oltre al danno, conseguenze fiscali. Cosi come sono state poste in essere, in altre occasioni, misure straordinarie a sostegno di comparti economici colpiti da calamità naturali, chiedo che questa parte della Sicilia e le migliaia di famiglie che qui vivono e lavorano non vengano abbandonate al loro destino”.

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