Scicli, alla sbarra direttore postale. Escussi i testimoni dell’accusa

I colleghi della presunta vittima, nel corso della loro testimonianza(sono stati in quattro)davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica, hanno fatto uso di aggettivi del tipo “morboso” e “attenzioni particolari”, per descrivere la vicenda incentrata presso l’Ufficio Postale di Scicli. Imputato il direttore Giuseppe Manenti, 56 anni, difeso dall’avvocato Guglielmo Manenti, accusato di tentata violenza sessuale aggravata e ingiurie continuate ai danni di una sua sottoposta, una quarantenne modicana. A episodi morbosi non aveva assistito nessuno dei colleghi ma ognuno di loro ieri, come nella precedente udienza, ha sottolineato come, subito dopo che la donna usciva dall’ufficio del direttore, era stravolta e restava in disparte. Tutto questo a un certo punto la parte offesa, che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Mario Caruso, lo confidò a un collega anziano il quale consigliò di informare il direttore provinciale, cosa che la donna fece. Il dirigente, come prima cosa, la distaccò a Iungi, ma l’imputato iniziò una serie di telefonate anche a persone vicine alla vittima per convincerla a ritornare. “Spesse volte – ha raccontato uno dei testi – la collega veniva convocata dal direttore nel suo ufficio per motivi banali. Spesso faceva uso di frasi allusive, battute anche pesantissime”. Nel procedimento è costituita parte civile la Cisl, attraverso l’avvocato Giuseppe Lanza. Secondo l’accusa, il Manenti avrebbe promesso un avanzamento di carriera, a patto che la donna fosse “accondiscendente” alle sue proposte a sfondo sessuale. Al rifiuto, l’imputato l’avrebbe offesa in maniera anche pesante. In un’occasione, addirittura, avrebbe tentato lo stupro in ufficio. I fatti si sarebbero verificati nel 2008. Il processo è andato al 31 ottobre.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa