Da un anno a otto mesi. Ridotta in appello condanna per l’on. Nino Minardo

Ridotta in appello la condanna contro l´ex presidente del Cas e attuale deputato nazionale modicano del Pdl Nino Minardo riguardante il cosiddetto “caso Pozzi”, relativo alla nomina del supermanager ex Anas. Stesso provvedimento per l´ingegnere Felice Siracusa, in qualità di dirigente generale del Cas all´epoca dei fatti.
I due in primo grado avevano infatti scelto il rito abbreviato rispetto agli altri imputati rinviati a giudizio col rito ordinario, e nel marzo dello scorso anno erano stati condannati dal gup di Messina Maria Teresa Arena a un anno il primo e ad otto mesi di reclusione il secondo, con il beneficio per entrambi della sospensione della pena.

Minardo in relazione alla vicenda Pozzi era accusato di abuso d´ufficio e del profilo omissivo per il rifiuto di atti d´ufficio, Siracusa solo di abuso. In appello la corte presieduta dal giudice Gianclaudio Mango ha confermato la condanna a 8 mesi per l´ing. Siracusa ed ha ridotto da un anno ad 8 mesi la condanna per Minardo, questo perché lo ha assolto solo dal profilo omissivo e ha confermato la condanna per l´abuso d´ufficio. Si è quindi discostata parzialmente dalla richiesta dell´accusa, il sostituto procuratore generale Salvatore Scaramuzza, che nel corso di una complessa requisitoria aveva chiesto la conferma delle pene del primo grado, ricostruendo soprattutto i profili giuridici riconducibili al profilo omissivo, il secondo reato contestato a Minardo.

La sentenza d´appello ha quindi confermato anche le statuizioni civili del primo grado, vale a dire il risarcimento dei danni in sede civile per il Cas, rappresentato dall´avvocato Giuseppe Fragale, e per gli eredi del funzionario Olivia Pintabona, assistiti dall´avvocato Aurora Notarianni, che si erano costituiti a suo tempo parte civile.

Al centro di questa vicenda c´è una delibera adottata il 20 settembre del 2007 dal Cas, sotto la presidenza Minardo, con cui si affidò all´ingegnere Vincenzo Pozzi, ex supermanager dell´Anas, il ruolo di direttore generale del Cas. Un atto che prevedeva un compenso per Pozzi di 107mila 212 euro annui lordi.
L´abuso si sarebbe concretizzato perché per un verso non ricorreva il presupposto dell´impossibilità oggettiva di utilizzare personale interno, ed ancora perché non venne espletata la procedura comparativa per la scelta del contraente.

Il secondo capo d´imputazione che riguardava il solo Minardo, era complesso: il 20 settembre del 2007 formalizzando la delibera Pozzi il Cas non eseguì di conseguenza una sentenza del Tar di Catania del 2006 con cui si obbligava il Cas stesso a procedere all´approvazione della graduatoria del concorso interno per titoli, che aveva visto sin dal 2006 vincitrice l´avvocato Olivia Pintabona. E per ben due volte, il Tar di Catania, in questa vicenda, dispose la trasmissione degli atti alla Procura di Messina.

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