Franca Schininà torna ad ammaliare lo sguardo di chi si sa soffermare non solo sugli ampi spazi ma soprattutto sugli occhi e sui visi di chi lei coi suoi scatti ha saputo non immortalare ma rendere ancor più vivi perché indelebili nella memoria fisicamente. Per capire Franca forse bisognerebbe partire da un aforisma buddista che apre una delle sue prime raccolte fotografiche: Fin qui sei giunto per scoprire che quel che cerchi è già dentro di te spiega e completa il percorso fotografico dell’artista ragusana. Da Un silenzio attorno a una voce, Fin qui sei giunto, Harmattan, La follia, Bambini del mondo povero, Diritti umani violati, Cuba, Perù e molto ancora, fino ad oggi con Pasqua in Guatemala. Si perché quello che la Schininà traccia è un vero solco nell’anima di chi osserva gli scatti di una vita. Scatti che come il batter di palpebre in un frammento colgono attimi che appartengono a grandi avvenimenti, come l’infinita guerra dei più piccoli contro la miseria ma anche ad avvenimenti legati allo scorrere dell’intima emotività della singola esistenza personale. Tutto diventa dunque occasione per esprimersi: una strada sterrata, uno sguardo, un vetro. Tutto diventa anima e lo scatto diviene parole modo di esprimersi di un’anima che trova nelle infinite gradazioni di un bianco e nero le capacità per gridare un sentito no alla solitudine, e alla negazione del diritto alla semplice felicità di vivere. Nasce così Pasqua in Guatemala uno degli ultimi lavori che ritrae il mondo in uno scatto: dall’Asia all’Africa, dall’America all’Europa. Scatti in cui l’artista accantona la riflessione sul senso della Pasqua in sé per soffermarsi sul senso della sofferenza di chi non avendo nulla ogni giorno perde un po’ di se stesso negli stenti e nelle sofferenze non già del quotidiano vivere ma nella difficoltà che una vita di stupri e di soprusi impone. Ne viene fuori un ritratto di una umanità colta in cammino, mentre lavora, mentre riposa, in processione o in solitudine, osservata mentre essa stessa osserva. Azioni di vita quotidiana si mescolano a tratti colti nella loro eccezionalità per dare vita allo spettacolo dello scorrere delle esistenze. Tutto diventa occasione di scatto dalle distese infinite del Tibet, alle immense maree di sabbia dell’africa, alle grandi distese del Guatemala in cui si incidono le storie personali di uomini e donne dai nomi stranieri. E gli scatti svelano come in una intima confessione da un lato la ricerca di solitudine e dall’altro l’aggancio alla vita ovunque essa palpiti. Tutto questo diventa fotografia, grafia attraverso la luce, modo di esprimersi che lascia al silenzio del bianco e nero lo spazio della parola. Franca Schininà inaugura Sabato 31 alle 11 Pasqua in Guatemala a Catania e resterà in mostra dal 31 marzo al 15 aprile al Palazzo della Cultura in Catania. Presentano l’evento: Monsignor Gaetano Zito,Vicario Episcopale dell’arcidiocesi di Catania, la docente Valentina Anna Petralia che insegna all’università di Catania e la docente Lina calisi anch’ella dell’università di Catania.
Pasqua in Guatemala a Catania. Mostra di Franca Schininà
- Marzo 28, 2012
- 11:09 pm
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