L’OSSERVAZIONE DAL BASSO ……DI DIRETTORE. LA PREDICAZIONE DI ALBERTO MAGGI AL SANTUARIO DI MODICA E LA FINE DELL’ISTITUZIONE RELIGIOSA

In questo periodo pasquale sono in corso in tutte le parrocchie i cosiddetti “esercizi spirituali”, che rappresentano una lunga tradizione della pastorale ecclesiale.
Sono andato ad ascoltare un predicatore di esercizi: padre Alberto Maggi, direttore del centro studi biblici ” G. Vannucci” di Montefano nato per la divulgazione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico attraverso scritti, trasmissioni radiofoniche e televisive e conferenze in Italia e all’estero. Ha parlato della passione di Gesù nel vangelo di Giovanni presso il Santuario della Madonna delle Grazie, strapieno di gente. Sono rimasto sorpreso. Ho provato sentimenti contrastanti, si sono accavallati nella mente pensieri dicotomici.
Che Alberto Maggi, insieme a Vito Mancuso, appartenga ad una scuola di pensiero in posizione critica rispetto alla riflessione teologica del Magistero ufficiale è cosa nota, ma averlo ascoltato di persona mi ha fatto sorgere parecchie perplessità, che voglio essenzializzare in alcune osservazioni. Prima osservazione.  Gesù – ha detto Maggi
presenta un Dio amore, che desidera fondersi con l’uomo. Tutto il messaggio di Gesù è questo: Dio è talmente innamorato degli uomini che desidera fondersi con l’uomo e diventare uno con un uomo”. Fin qui, oh! Ma sapete – ha proseguito Maggi – cosa comporta questo? Che tutte quelle istituzioni che la religione aveva creato per permettere la relazione tra Dio e gli uomini non solo diventano inutili ma diventano nocivi.” Domanda: ma se le istituzioni religiose, in un continuum tra passato e presente, sono inutili, perché i sacerdoti, ad esempio, si lamentano che le persone non vanno in chiesa? Se sono “inutili” e addirittura “nocivi” perché frequentarle? Anzi chi non le frequenta , stando a Maggi, è conforme e fedele al vangelo.
Seconda osservazione. Maggi ha evidenziato che “
Dio non ha bisogno di mediazioni, (la legge, il tempio, i riti, il culto,)perché queste mediazioni non solo non permettono la comunione con Dio ma sono quello che lo impediscono perché Dio vuol fondersi con l’uomo, qualunque sia la sua condizione; per regalare all’uomo la condizione divina non c’è più bisogno di tempio, di Legge, di culto e di sacerdoti. È la fine dell’istituzione religiosa”. Domanda: Ma perché l’istituzione religiosa, nel nostro tempo, impegna tutte le sue energie in riti, culti, pellegrinaggi, sacramenti, processioni, tridui, novene che, stando alla esegesi biblica di Maggi, “non permettono la comunione con Dio”? Anzi, la impediscono? Il suo discorso lascerebbe intendere la non necessità di ogni rito e mediazione . Come dire: l’elemento cultuale e rituale non è stato voluto da Gesù, ma dal potere religioso per tenere in mano le persone. Ma è proprio così?
Terza osservazione. Mi ha colpito la interpretazione di Maggi sul nome di Pietro, che viene chiamato ora Simone, ora Simon Pietro, ora Pietro. “
Mai Gesù – ha sostenuto Maggi – si rivolgerà a lui chiamandolo Pietro, mai. Gesù quando deve rivolgersi a questo discepolo lo chiamerà sempre Simone. Pietro è una tecnica letteraria dell’evangelista, per indicare l’atteggiamento di questo discepolo. Pietro è un soprannome negativo”. Domanda: ma quando Gesù, rivolgendosi a Pietro, gli dice: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia assemblea”, cosa intende dire? Gesù dice “questa”. La roccia. La pietra. A questo punto, la pietra, la roccia è egli stesso o la fede in lui, perché Pietro è un “soprannome negativo”. Se così è, che motivo c’è per un credente cristiano avere, ad esempio nel papa, nel prete, nel vescovo, un riferimento della fede? Se la pietra è Gesù stesso e l’avere fede in lui, cade ogni necessità di guida. Non si capisce perché un credente dovrebbe avere una guida. Gli basta fondare la sua vita su “questa pietra”, cioè su Gesù senza bisogno di avere altre guide per camminare nella fede. Se Pietro è solo una “tecnica letteraria”, Gesù ha trasmesso o no a qualcuno un compito in ordine alla fede?
Secondo i vangeli Pietro ha dei compiti. Ma anche S. Agostino ed S. Alberto Magno intravedono il compito di Pietro di annunciare e custodire la fede, mentre nella barca di Pietro vedono la Chiesa. E S. Cipriano scrive: “
Il Signore costruisce la Sua Chiesa su Pietro; a lui Egli raccomanda di pascolare le Sue pecore; a Pietro viene dato il primato affinché si veda chiaro che si tratta di una sola Chiesa e di una sola cattedra di Cristo. Chi abbandona la cattedra di Pietro, sulla quale è stata fondata la Chiesa, non può pensare di appartenere alla Chiesa di Cristo”.(De un. Eccl., cap. 4, in A. BARTH, p. 57 Di fronte a questi testi patristici, la interpretazione di Maggi qualche dubbio lo fa venire.
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