L’assoluzione dei consiglieri comunali di Modica. La Cisl: “Diamo una risposta alle falsità che hanno detto”

La Fp Cisl torna sul proscioglimento dei 17 consiglieri del Comune di Modica, indagati per falsità ideologica continuata in concorso e si dice, oltremodo, “lieta” che non siano stati sanzionati penalmente dal Gup di Modica”, ma le dichiarazioni dei fatti rilasciate in questi giorni non passano in silenzio.
“A seguito dell’esposto alla Procura della Repubblica di Modica – spiega il segretario provinciale del sindacato, Gianfranco Marino – ove sono stati rigorosamente elencati i fatti accaduti ed il quadro normativo vigente, abbiamo registrato prima una richiesta di archiviazione, presentata dal Procuratore della Repubblica, che è stata rigettata dal Gip e dopo una richiesta di rinvio a giudizio del Pubblico Ministero che ha dato luogo alla sentenza di non luogo a procedere da parte del Gup. Se i fatti ed i comportamenti erano così chiari, come sono stati dipinti, non comprendiamo come organi terzi abbiano potuto assumere posizioni così differenziate in sede giudiziaria, con il prolungamento della vicenda e l’insorgere di amarezza per quanto subito, con le ripercussioni a livello psicologico e fisico lamentate da alcuni.
La sentenza del Gup si limita, e non potrebbe fare altrimenti, alla valutazione della rilevanza penale dei fatti addebitati ai consiglieri comunali, ma non attenua in alcun modo, su ogni altro piano di valutazione, la gravità dei fatti e dei comportamenti della vicenda che, ricordiamo, consistono nell’aver contribuito a ritardare per 14 mesi dal maturare del diritto il pagamento di circa 1 milione di euro di arretrati contrattuali al personale comunale, senza il loro consenso ed anzi in violazione delle norme che disciplinano la materia, in quanto si ritenevano prioritarie altre esigenze politiche dell’amministrazione comunale”.
Per la Cisl non c’è stata alcuna lotta fra sindacati, né lotta ignobile tra poveri per difendere interessi di bottega, né lotta politica. C’è stata un’azione legale portata avanti nell’interesse dei lavoratori per difendere il loro diritto sacrosanto, sancito dal contratto e dalla legge, a fare inserire nel bilancio l’intera spesa riguardante gli arretrati contrattuali che, secondo quanto scriveva il Segretario Generale del Comune in data 19 settembre 2008, s’ inquadrano nelle spese obbligatorie. Poiché il bilancio 2008 approvato dal Consiglio non contiene, come è notorio, solo spese essenziali, questo significa che sono state escluse delle spese obbligatorie (quelle dei dipendenti comunali) per fare posto a spese non obbligatorie, né indispensabili al funzionamento dell’ente.
“A chi si domanda – prosegue Marino – come mai questo sindacato non abbia fatto la medesima cosa durante la precedente amministrazione, possiamo rispondere che il compito di controllo politico sui bilanci lo hanno per legge i consiglieri comunali e non i sindacati, che non possono accedere ad atti contabili se non limitatamente a quelli del personale. Noi nei confronti della precedente amministrazione per i ritardi nei pagamenti degli emolumenti abbiamo organizzato nel corso degli anni, oltre che numerose inziative di lotta sindacale, ben 2 manifesti di denuncia, che sono stati affissi per tutta la città, ed una manifestazione-sciopero con corteo in corso Umberto. E’ comunque il caso di ricordare che neanche l’amministrazione precedente si era mai permessa di non stanziare nel bilancio le poste dei rinnovi contrattuali in presenza di un contratto nazionale sottoscritto, vigente e vincolante per le parti, cosa che invece ha fatto l’attuale amministrazione.
Quando qualcuno, alludendo alla spalmatura del debito nei due esercizi finanziari 2008 e 2009, afferma che l’amministrazione ha regolarmente pagato gi arretrati secondo gli impegni assunti, dovrebbe precisare meglio con chi li aveva assunti quegli impegni, non certo con i lavoratori, non pagati da diversi mesi, né con la CISL-FP che non avrebbe mai avvallato la demolizione di un diritto; quello che è certo, e l’interessato se ha studiato le carte lo dovrebbe sapere e capire, è che gli arretrati furono corrisposti solo nel mese di luglio dell’anno successivo, dopo un inutile tentativo dell’amministrazione di congerlarne il pagamento per l’intero anno 2009, e quando ormai era notorio il nostro esposto alla magistratura ed erano pendenti un centinaio di richieste di conciliazione che preludevano a procedure ingiuntive nei confronti del comune.
Noi abbiamo agito su mandato conferito in assemblea da lavoratori esasperati per gli insopportabili ritardi nei pagamenti degli emolumenti ed offesi da amministratori che volevano umiliarli, calpestando un loro diritto. A noi non risulta che i dipendenti o gli iscritti diffidano dell’attività coraggiosa di questo sindacato, forse è molto più probabile che non si fidano di chi rilascia affermazioni gratuite dopo i comportamenti che ha assunto”.

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