RASSEGNA D’ARTE E LETTERATURA AL FEMMINILE, IERI POMERIGGIO IN BIBLIOTECA A RAGUSA LA MOSTRA DI MAVIE CARTIA E NISVETA KURTAGIC GRANULO INAUGURATA DALL’ASSESSORE MIGLIORE

I tratti storici e letterari dell’universo femminile continuano a raccontarsi, ad emergere. Ancora una volta attraverso le arti. Anche ieri pomeriggio, in occasione del secondo appuntamento della prima edizione della rassegna d’arte e letteratura al femminile promossa dal Comune di Ragusa alla biblioteca civica “Giovanni Verga”, sono state raccontate altre testimonianze nel campo della cultura. Stavolta con due personalità centrali nella cultura figurativa iblea, Mavie Cartia e Nisveta Kurtagic Granulo. “Una mostra quella che stiamo presentando – ha detto l’assessore comunale alla Cultura del comune di Ragusa, Sonia Migliore, chiarendo che sarà possibile ammirare le opere sino al 4 maggio (con orari dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12,30, il martedì, mercoledì e giovedì anche dalle 15,30 alle 18,30) – che mette in luce due artiste con linguaggi diversi ma di notevole intensità. Due artiste che rispondono al meglio al messaggio che intendiamo lanciare con questa rassegna che è quello di proporre la trasmissione dei saperi femminili”. E’ stato il prof. Paolo Nifosì, critico d’arte, ad illustrare nel dettaglio le caratteristiche delle due artiste. “La pittura di Mavie Cartia – ha detto Nifosì – sorprende per uno stile, un linguaggio che ha una capacità espressiva originale che non riproduce pedissequamente la realtà ma ne inventa una parallela. La sua è una pittura visiva, trae spunto dalla natura, dai fiori, dal paesaggio, dal corpo, dal ritratto: tutti temi che vengono reinventati mediante una luce morbida, fatta di colori leggeri, acquerellati, da dissolvere quanto rappresentato in un’aria che tutto amalgama, che tutto traspone in una dimensione surreale, fatta di grazia; reinventati anche nella scelta iconografica, un vedere nuovo quello che noi non sappiamo vedere, nella costruzione della tela nei suoi nodi plastici, restituendoci spazi originali, soggetti che raccontano momenti di vita, personaggi, passioni, tensioni, condensati e compressi in forme solide e leggere nelle stesure”. Su tutt’altro registro si orienta il linguaggio di Nisveta, artista di Sarajevo che vive ormai da parecchi anni nella nostra terra iblea. “Un linguaggio, il suo – ha continuano Nifosì – prevalentemente espressione di una cultura di sintesi tra mondo orientale, espressa anche attraverso il mandala, visivamente reso attraverso una forma centrica o circolare con l’associazione di figure geometriche quali il cerchio, il quadrato ed un mondo occidentale di impianto astratto che rimanda al razionalismo e talvolta alla cultura giudaico-cristiana. Sono le sue immagini bidimensionali, disegnate miniaturisticamente con inchiostri di colore oro, spesso allusione alla luce solare o dell’argento. Il dato di partenza è antropologico: sono le culture dei vari continenti che Nisveta ha visitato, la natura frequentata, i costumi osservati e ricondotti a forme stilizzate: i suoi viaggi in Africa, in Giappone, in America Latina, il suo mondo dei Balcani, la Sicilia, sono tutte occasioni per ricondurre al simbolico e alla bidimensionalità astratta le forme, con rimandi a tessuti, a filigrane, a gioielli”. A presentare l’iniziativa è stata la giornalista Isabella Papiro.

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