LA QUALITÀ DELLA RELAZIONE. Convegno a Modica con Monsignor Calogero Peri

«Quando una relazione è autentica si arriva a Dio, ma anche: da come si pensa Dio discende il pensiero sull’uomo»: è stato questo il cuore dell.intervento che monsignor Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone, ha tenuto presso la Domus S. Petri di Modica nell.ambito dei tre giorni organizzati dal Cantiere educativo Crisci ranni, in collaborazione con gli uffici diocesani per i giovani, la famiglia, la catechesi e la Caritas diocesana. Di fronte ad una sala gremita di giovani e adulti, mons. Peri ha affrontato il tema della relazione educativa, partendo dal presupposto che bisogna rivedere l’impostazione che diamo alle relazioni: se le riduciamo a un “dato” o le viviamo come un “dono”. Ha sottolineato quindi come la nostra esperienza di rapporto con gli altri si capisce meglio a partire dalla comunione trinitaria. Illuminante, da questo punto di vista, è stata l’interpretazione che il vescovo ha dato del mistero trinitario: una lettura non teorica, ma a partire dall’aspetto relazionale di esperienza umana, che porta inevitabilmente ad una riflessione sulle relazioni e sull’importanza di queste in vista della Relazione costitutiva. C è infatti differenza tra le relazioni e la relazione. Non ci sono relazioni con gli altri se non c.è prima relazione con se stessi. L’uomo nasce con una identità relazionale; quindi è – per sua costituzione – relazione. Non esiste, dunque, la solitudine, perché anche laddove pensiamo di essere soli, siamo in compagnia. La solitudine non è possibile neppure a Dio! Non siamo fatti per vivere da soli ma sempre in relazione. Lo stesso discorso vale per chi dice di non credere in niente. Ciò a volte non significa che non si creda davvero, ma molto probabilmente solo che non ci si accorge della compagnia di Dio. E se la vita è relazione, non può sussistere nemmeno l’indifferenza: aldilà del piacere personale, la relazione non può essere mai indifferente, deve diventare risposta al “tu”. L’altro allora non va cercato fuori di noi, ma prima di tutto “dentro” di noi. Infine Mons. Peri ha richiamato la dimensione della responsabilità, che impegna sempre partire dal “noi” per arrivare all.io. Entro questi orizzonti, il relatore ha invitato a cogliere bene qual è oggi il vero problema eduvativo e la vera sfida per chi dice di essere cristiano: la qualità della relazione, anzi le sfumature della relazione! E, quanto alle consegne tra generazioni, siamo in un tempo in cui siamo chiamati a non arrenderci di fronte alle difficoltà e ad esercitare la virtù della pazienza: solo così aiuteremo generazioni che crescono, oggi troppo schiacciate sul presente e private del futuro. Quanto ai cristiani, Mons. Peri ha ricordato che «ogni storia d’amore è storia di perdono. Amare per il cristiano sta nel riuscire a per-donare dove gli altri non perdonano e ad amare dove altri non amano». Come ha sottolineato il vicario generale don Angelo Giurdanella, questi sono i momenti che fanno crescere la comunità, sono i buoni nutrimenti che devono tornare a beneficio della città, come esemplificato nel cantiere educativo “Crisci ranni”.

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