LA CUCCAGNA DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI AI PARTITI DEVE FINIRE! La riflessione di Ballarò

Trent’anni di governi e presenza di partiti politici che hanno ridotto l’Italia ad uno dei Paesi più indebitati a livello pubblico e con minore prospettiva di crescita, che hanno scippato la speranza di futuro alle nuove generazioni, che hanno portato lavoratori e pensionati a sopravvivere con grandi sacrifici, a condurre al suicidio molti imprenditori onesti che non riescono a superare l’onta del fallimento, non sono ancora sufficienti per fare avvertire a questi parassiti della società ,l’esigenza d’un radicale cambiamento nella gestione del denaro pubblico.
Il finanziamento pubblico ai partiti, assieme agli innumerevoli sprechi operati negli anni dalla classe politica dirigente, unitamente ad ingenti somme di denaro utilizzate a fini clientelari, l’inesistenza della meritocrazia in una classe che è andata avanti solamente per connivenze più o meno trasparenti, sono tra le principali cause della rovina forse irreversibile di quello che un tempo fu il Bel Paese. Al denaro sprecato non si può più riparare, bisogna almeno tentare di non consentire l’illecito arricchimento di chi vuole fare politica, revocando da subito la legge che ha consentito ai partiti di realizzare patrimoni immensi sparsi lungo lo stivale, mentre chi lavora stenta a campare.
E’ una vergogna alla quale bisogna porre fine!
Si sono presi denaro pubblico persino quei partiti che da tempo non esistono più; arraffano rimborsi elettorali da uno Stato che taglia senz’alcuna pietà risorse alla scuola, alla ricerca, alla sanità, facendo retrocedere il nostro Paese a fanalino di coda dei Paesi industrializzati per la qualità della vita e dello stato sociale.
Questi signori sono stati e tentano di esserlo ancora tanto truffaldini da chiamare impropriamente quello che lo Stato riconosce ai partiti. Si chiama rimborso ciò che viene speso per essere successivamente rimborsato. Il fatto stesso che tutti i partiti siano riusciti a realizzare patrimoni immobiliari immensi e conti bancari da capogiro, testimonia che il denaro che hanno reclamato allo Stato, non è stato investito per le finalità previste o è stato fatto solo in parte minimale.
E’ di tutta evidenza che questo stato di cose non possa più continuare, eppure nessuno, né tecnici né politici, accennano alla volontà di togliere da subito ( compresi i 100 miliardi che dovrebbero andare ai partiti a luglio) questa grande vergogna italiana che consente ai politici arricchimento ed ai cittadini maggiore aggravio di tasse e balzelli vari. Politici, per una volta fate appello alla vostra dignità di uomini con un minimo di coerenza !

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