L’alcol, un grave fenomeno in crescita tra i giovanissimi. La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

Lo chiamano binge drinking, baldoria bevendo, un termine che può apparire trendy e molto alla moda se non indicasse un’abitudine estremamente pericolosa molto in voga tra i giovanissimi.
In cosa consiste? Nel bere superalcolici fuori pasto uno dietro l’altro,possibilmente a stomaco vuoto, per ubriacarsi il più in fretta possibile. Il fenomeno è molto preoccupante e conferma che il consumo di alcol negli ultimi anni è aumentato, ma il fattore più preoccupante è che tale aumento sta avvenendo soprattutto tra i giovanissimi.
Il quadro ha tinte fosche in quanto spesso è difficile individuare comportamenti a rischio correlati al consumo di alcol in questi ragazzi, che a casa e durante i pasti bevono solo acqua e quando escono con gli amici, invece, buttano giù grandi quantità di alcolici in un breve arco di tempo.
I giovani usano spesso l’alcol come una sostanza che dà piacere e che aiuta a trascorrere una serata con gli altri eliminando le inibizioni e le resistenze psicologiche alla propria espressione fisica e verbale, non pensando e non sapendo che purtroppo l’alcol uccide più di qualsiasi altra sostanza.
L’alcol ha, per gli effetti descritti, le proprietà di una droga. Ma è importante sapere che solo il 2,1% dei ragazzi fa uso di ecstasy, l’1,9% di cocaina e il 9,4% di hashish e marijuana,mentre la percentuale di ragazze tra i 14 e i 17 anni che beve alcolici fuori pasto è salita al 14,6%, raddoppiando rispetto a 15 anni fa e, in generale, il 17% dei teenager italiani beve con il puro scopo di ubriacarsi.
A tutto questo bisogna aggiungere che il suo consumo di alcool interferisce con il normale sviluppo cognitivo ed emotivo degli adolescenti ed è legato ad una serie di disordini psichiatrici nonché al fenomeno della delinquenza giovanile,inoltre, coloro che iniziano a bere prima dei 15 anni hanno un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcol-dipendenza in età adulta.
Tale fenomeno si ritiene essere correlato non solo a situazioni di disagio relazionale, ma molto frequentemente alla semplice noia, alla mancanza di alternative.
E’ necessario,quindi,che tutti gli operatori sanitari, medici e pediatri ed anche gli operatori scolastici debbano svolgere un ruolo fondamentale nel prevenire i danni alcol-correlati, anche se ritengo comunque insostituibile il ruolo che gioca la famiglia nel contrastare l’adozione di modelli di consumo di alcol.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa