CGIL CISL e UIL Ragusa: Il 1° Maggio Festa del Lavoro. Da rispettare e celebrare come un simbolo di crescita democratica

La festa del 1° Maggio non è solo la Festa del Lavoro ma anche e soprattutto quella dei lavoratori. Di tutti, anche di quelli che hanno perduto un lavoro e di quelli che legittimamente lo chiedono.
E’ una giornata di pausa e di riflessione su quanto sta accadendo intorno a noi con i tempi difficili che siamo costretti a vivere. A dichiararlo in una nota I Segretari Generali di CGIL CISL, UIL RAGUSA Giovanni Avola, Enzo Romeo e Giorgio Bandiera.

Facciamo giornalmente i conti con le impennate dei dati sulla disoccupazione ( soprattutto quella giovanile e femminile), con chi ha perso il lavoro e non lo ritrova, con gli esodati, con i numeri in crescita di chi, avvilito e scoraggiato, non intende più cercare un lavoro, con la cassa integrazione che ha toccato livelli non immaginabili prima.
Questa data fattasi simbolo da celebrare e da rinnovare continuamente rischia di diventare un appuntamento di routine che rischia una retrocessione e un appannamento.
Di quale insegnamento possono giovare i giovani sottooccupati degli ipermercati i cui gestori commerciali sono lanciati ad esasperare un consumismo lasciando, anche domani 1° maggio aperte le strutture, nella impossibilità i collaboratori di stare in famiglia e onorare così la Festa del lavoro; quel lavoro che rimane per tutte le generazioni un valore certo e riconosciuto di libertà, di democrazia e di crescita civile e sociale.
Per questa ragione elementare che i nostri costituenti hanno scritto che “ L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”
E’ necessario ritrovare, alla lettera, proseguono I Segretari Generali di CGIL CISL, UIL RAGUSA Giovanni Avola, Enzo Romeo e Giorgio Bandiera , lo spirito di questo assunto che continua ad animare la nostra azione sindacale soprattutto oggi, in tempi oggettivamente difficili, laddove i presidi di garanzia, di elementari regole di democrazia, scricchiolano e rischiano di essere travolti o svuotati di contenuto in nome di un mercato globale che impone la linea del rigore che spreme le risorse, minime ed essenziali, dei soliti noti e a ridurre così ogni possibilità di crescita che la tassazione esasperata rende impossibile generando una recessione che nega ogni possibilità di sviluppo.
Anche la nostra provincia non riesce a fronteggiare, con quella che era una riserva di capacità di produzione e di sviluppo unico nello scenario siciliano, la crisi in corso che risente delle scelte rigoriste del Governo nazionale.
E’ ormai ineludibile un cambio di rotta. Il Sindacato è in prima linea a sostenerlo con le proposte e la passione di chi indirizza l’azione alla tutela del lavoro e dei diritti dei lavoratori. Il 1° Maggio rimane allora un simbolo da rispettare e celebrare e soprattutto da consegnare alle giovani generazioni.

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