A Modica ufficialmente conclusi i festeggiamenti di San Giorgio tra fede e folklore

L’uscita e l’entrata del simulacro di San Giorgio sono stati, come sempre, i momenti più coinvolgenti della festa. Alle diciassette, l’uscita del Santo, subito dopo la Santa Messa officiata da Don Vincenzo Rosana, Arciprete di Pozzallo, è stata “abbracciata” da una grande folla e da uno spettacolo pirotecnico breve ma intenso, caratterizzato da migliaia di cartine colorate che hanno avvolto la statua ed i fedeli.
La processione si è snodata prima per le strade di Modica Alta, con soste a Santa Teresa, San Giovanni e presso la casa di Nino Baglieri (al quale è stata dedicata la processione di quest’anno). Proprio in Piazza San Giovanni, purtroppo, è stato registrato un incidente: per cause da accertare, nel bel mezzo della processione del simulacro, hanno ceduto i sostegni dei «bazooka» che sparano i fuochi d’artificio. Un petardo è stato di conseguenza sparato dritto sulla folla, causando due feriti lievi. La «bomba» ha preso in pieno due modicani maggiorenni, che sono stati condotti subito al pronto soccorso per accertamenti. Uno dei due modicani ha riportato una leggera intossicazione da fumogeno, mentre l’altro è rimasto intontito dal fragore del botto. La visita dall’otorino ha fugato ogni dubbio su possibili danni all’udito. Poi la discesa verso il centro storico con la sosta a S. Margherita e dritti verso il Corso Umberto. Proprio qui, davanti a Palazzo di Città, la sosta toccante per ricordare il Vicesindaco Paolo Garofalo, venuto a mancare il sabato di Pasqua. Padre Giovanni Stracquadanio, durante la sosta, ha pregato per l’anima di Paolo, chiedendo l’intercessione di San Giorgio ed i portatori hanno “urlato” a loro modo, per commemorarlo. Subito dopo la risalita verso corso S. Giorgio, i portatori son passati velocemente dinanzi alla Chiesa di San Pietro, ancora una volta con il portone sbarrato, per far rientro nel Duomo di San Giorgio. All’entrata, con quasi tre quarti d’ora di ritardo sulla tabella di marcia, il lungo spettacolo pirotecnico dalla collina dell’Idria che ha dato il benvenuto ai portatori (a cura della Ditta “Fratelli Chiarenza” di Belpasso), poco prima dei “giri” attorno alle navate della chiesa che si sono protratti fino all’esaurimento delle forze dei portatori.
I “giri” che, come riferito da Padre Stracquadanio, hanno un valore simbolico e storico. Durante il periodo Borbonico erano, infatti, vietate le manifestazioni pubbliche e quindi le processioni, così i fedeli del Santo Cavaliere, volendolo comunque commemorare, lo fecero attraverso una processione interna alla chiesa stessa, facendo nascere, così, i “gira” attorno all’altare.
A seguire il secolare rito una folla entusiasta, tra cui molti turisti che sono arrivati o si sono fermati in città per seguire la festa divenuta, oramai, molto popolare.

foto giovanni antoci copyright

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