Ragusa, emergenza rifiuti e Ato Ambiente. Iabichella(Confsal):”Bisogna scongiurare che Ragusa diventi come Napoli.”

Gli Ato siciliani sopravviveranno, forse, soprattutto se virtuosi. Dovevano essere sciolti e sostituiti dalle cosiddette SRR (Servizio Regionale Rifiuti, ma oggi sono ancora lì, con tanto di debiti accumulati negli anni passati. I 24 Ato siciliani sono in liquidazione, ma se non vi sono i soldi come si fa a liquidarli? La soluzione al problema piu’ accreditata sembra esser quella di mantenere gli Ato, soprattutto quelli virtuosi. E l’Ato di Ragusa? Secondo il dossier della Corte dei Conti del 2012 (riportato sul giornale La Sicilia del 15/04/2012)l’Ato Ragusa Ambiente ha debiti per 16,5 milioni di euro a fronte di quasi 28 milioni di crediti. Ma l’Ato Ambiente Ragusa oggi e’ sottodimensionata, non ha piu’ dipendenti, se non un paio per le questioni urgenti, ma non riesce a soddisfare le esigenze dei soci (Comuni e Provincia). “Il “caos rifiuti” – spiega Giorgio Iabichella della Confsal – potrebbe scoppiare anche in Provincia di Ragusa, o forse gia’ e’ scoppiato? L’Ato potrebbe gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, “armonizzandone” le varie fasi. Oggi non riesce a farlo. Perche’? Forse i soci non lo vogliono?Difatti alcuni comuni, specie i meno virtuosi, fino a qualche anno fa “sfruttavano” l’Ato ordinariamente, mentre oggi li ignorano. Forse sperano nella loro dismissione e che qualcuno si accolli i loro debiti?I liquidatori, pur sforzandosi, non riescono a far fronte all’emergenza rifiuti in cui versa la nostra provincia. Dobbiamo aspettare che Ragusa diventi come Napoli?I 19 ex co.co.pro sono a casa da 5 mesi e all’Ato tutto è bloccato per volontà dei soci. Il Giudice del Lavoro di Ragusa, chiamato in causa nel ricorso presentato dagli ex lavoratori dell’Ato, e’ chiaro. Con il suo invito alle parti di addivenire ad una soluzione transattiva, consiglia (anche lui, oltre agli illustri luminari che avevano gia’ dato lo stesso parere all’Ato nei mesi scorsi) di assumere immediatamente i lavoratori riconoscendo il contratto a tempo indeterminato, chiedendo a questi ultimi di rinunciare ad ogni pretesa di tipo economico. La transazione gioverebbe all’Ato come ai Comuni iblei. Innanzitutto si ritornerebbe alle gestione ordinaria, sollevando molti Comuni (anche quelli meno virtuosi) dalla sempre più incombente emergenza rifiuti. Altro beneficio per i soci dell’Ato, quindi per noi cittadini, sarebbe un risparmio di circa un milione di euro dovuto quasi certamente, al termine delle udienze al tribunale del lavoro di Ragusa, come risarcimento danni e differenze retributive ai 19 ex co.co.pro.Abbiamo comunicato i nostri timori a S.E. il Prefetto di Ragusa che , ad oggi, stranamente non ci ha ancora convocati dopo le nostre richieste di incontro del 20 febbraio e 1 marzo 2012. Riteniamo che l’Ufficio territoriale del Governo debba convocare anche tutti i Sindaci dei comuni iblei, obbligandoli a definire una strada per la risoluzione definitiva del problema “rifiuti”, tramite una programmazione comune che possa scongiurare un’emergenza oramai inevitabile. Abbiamo informato anche il Commissario Regionale per l’emergenza rifiuti, ovvero il governatore Lombardo e l’Assessorato Regionale competente. Smettiamola di nascondere la testa sotto la sabbia e prendiamo atto di quanto sta accadendo a Ragusa, come nel resto della Sicilia”.

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