Incardona: “Sui beni confiscati condivido la posizione del Ministro Cancellieri”

La complessa gestione dei beni confiscati alla mafia ritorna al centro del dibattito politico a seguito della recente presa di posizione del Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri che ha dichiarato il proprio parere favorevole alla vendita dei beni sequestrati alle cosche.
Appare necessario, come già evidenziato dal Ministro, rivedere la legislazione vigente considerando i risultati dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati.

Risultati niente affatto lusinghieri: la Sicilia è la regione d’Italia con più aziende confiscate alla mafia, con un totale di 567, di cui 489 in gestione all’Agenzia nazionale. Ma il 90 per cento di esse viene generalmente messo in liquidazione o fallisce dopo la confisca.
L’onorevole Carmelo Incardona, già presidente della commissione regionale antimafia, ha commentato: “Accolgo con piacere le parole del ministro Cancellieri, un tecnico qualificato con grande esperienza sul fronte della lotta alla criminalità organizzata. Finalmente, dalla viva voce di un ministro della Repubblica, emerge chiara la necessità di rivedere l’iter di gestione dei beni confiscati, i quali il più delle volte divengono beni improduttivi che non portano alcun vantaggio concreto alla nostra economia”.

Le lungaggini burocratiche, che spesso portano ad assegnare un bene dopo circa cinque anni dalla sua confisca, e l’incapacità di resistere sul mercato delle aziende confiscate impongono un cambiamento di direzione.

“Per tenere alta la bandiera della legalità – ha proseguito il deputato di Grande Sud – é necessario ripensare l’intero sistema che sinora non ha funzionato a dovere. Molte aziende confiscate sono state messe in liquidazione dall’Agenzia e parecchi terreni sequestrati sono tuttora improduttivi. La vendita dei beni confiscati é una giusta soluzione. Occorrerà però vigilare attentamente sui processi di acquisto per evitare che le cosche possano, attraverso dei prestanome, rientrare in possesso di ciò che gli era stato sequestrato dall’autorità giudiziaria”.

“Occorrerà istituire rigidi meccanismi di controllo – ha affermato l’onorevole Incardona – che permettano una vendita chiara e trasparente del bene, avendo come assunto principale la redditività per l’intera comunità di un bene sottratto alla criminalità organizzata”.

“Come proposto dal presidente Antonello Montante di Confindustria Sicilia – ha concluso l’onorevole Carmelo Incardona – ritengo che la nostra regione potrebbe essere il territorio pilota per testare una nuova gestione dei beni confiscati, visto il forte numero di immobili e aziende sequestrate. In questo modo, in caso di gestione virtuosa, si potrebbe estendere successivamente in tutta Italia il nuovo modello, dotato di meccanismi agili ed economicamente convenienti, lontano dalla burocrazia e dall’improduttività”.

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