Aeroporto di Comiso, Cgil, Cisl e Uil: “non si giustifica l’assenza del decreto interministeriale di inserimento del Magliocco nel novero degli aeroporti serviti dall’ENAV

Le notizie che si susseguono sull’apertura dell’aeroporto di Comiso sono sempre più contraddittorie e foriere di un esito incerto, nonostante gli sforzi compiuti dalle nostre istituzioni con in testa il Prefetto. Questo quanto sostengono i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil,Giovanni Avola – Enzo Romeo – Giorgio Bandiera, secondo i qiali “la risposta piccata dei vertici dell’ENAV, la generica “ …disponibilità a prestare il servizio sull’aeroporto di Comiso previa autorizzazione dei Dicasteri azionisti e vigilanti (Economia, Infrastrutture e Trasporti) nello scrupoloso rispetto dei Contratti di Servizio e di Programma con lo Stato “ nonché il lievitare dei costi per l’assistenza di volo che l’Ente ha di volta in volta portato in sede di Tavolo Tecnico istituito in Prefettura, non lasciano dubbi: il gioco delle parti tra ENAV e Ministeri competenti per bloccare l’apertura dell’aeroporto”.
“Non è più giustificabile – sosttolineano i tre – l’assenza del decreto interministeriale di inserimento del Magliocco nel novero degli aeroporti serviti dall’ENAV, a fronte della disponibilità dei fondi regionali (4.500.000 Euro) che copriranno almeno il primo biennio dell’attività dell’aeroporto. Non è più tollerabile che gli oltre 70.000.000 di euro di fondi comunitari spesi per la riconversione e l’ammodernamento dell’aeroporto possano andare dispersi per la negligenza del governo nazionale.
Il nostro comprensorio non può più rinunciare alla più importante infrastruttura, quella da cui deve partire il suo rilancio e il suo sviluppo. Aeroporto significa lavoro, sviluppo, modernità, crescita.
Le scriventi OO.SS. ritengono sia arrivato il momento di dire basta: occorrono fatti, bisogna inchiodare il governo e le forze politiche alle loro responsabilità: l’aeroporto di Comiso deve essere aperto.
Bisogna coinvolgere la nostra comunità, le forze produttive e lavorative del territorio e avviare un processo di mobilitazione contro l’inerzia e la volontà del Governo.
Pertanto si richiede l’immediata convocazione del Tavolo Sviluppo e Lavoro per individuare le iniziative e le eventuali azioni di lotta da intraprendere al più presto”.

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