Modica: L’amministrazione incontra i residenti di Via Fontana sul progetto di riqualificazione Sindaco e Assessore Sammito: “Nessuna decisione è stata ancora assunta”

Il Sindaco di Modica Antonello Buscema e l’assessore alle Opere Pubbliche, Giuseppe Sammito, a seguito dell’incontro tenutosi sabato con i residenti di Via Fontana hanno redatto, al termine del confronto, una nota. Questo è il testo:
Siamo tornati sabato sera a incontrare i residenti di via Fontana per continuare a discutere del Programma che riguarda da vicino quell’area della nostra Città.
Il fatto che insieme ai residenti fossero presenti anche tanti cittadini, rappresentanti di forze politiche e associazioni che stanno prendendo a cuore la vicenda, ci ha consentito ancora di ascoltare e di fare chiarezza: quella chiarezza, con completezza ed esattezza di informazioni, da cui non si può prescindere per fare una valutazione serena prima di pervenire ad una decisione finale.

Ecco la prima cosa su cui abbiamo voluto fare chiarezza: che questa decisione non è ancora stata presa e che l’Amministrazione intende ancora sottoporla a svariate condizioni, a cominciare dall’esito di un necessario confronto con la Procura della Repubblica per gli aspetti di cui si sta interessando e dai fondamentali pareri tecnici del Genio Civile per quanto attiene gli aspetti idrogeologici e della Soprintendenza per quanto attiene quelli paesaggistici. Solo se il progetto supererà tutti questi passaggi, l’Amministrazione lo porterà all’esame del Consiglio comunale, sede nella quale potranno essere ancora fatte tutte le altre valutazioni in ordine all’opportunità della sua realizzazione.

Entrando nel merito della vicenda, abbiamo voluto soffermarci sui molteplici aspetti che hanno suscitato dubbi e anche legittime perplessità:

1. La vicinanza dell’alveo e l’allerta per eventuali rischi idrogeologici.

Il restringimento che vi è attualmente nella parte finale dell’alveo, all’imbocco di quella copertura mai completata, si è determinato nel corso di decenni di incurie, in cui nell’area del parcheggio dell’ex Foro boario sono stati ammassati rifiuti di ogni genere: il risultato è stato un ampliamento graduale dell’area del parcheggio, con il compattamento di questo cumulo di macerie sulla scarpata che scende verso l’alveo, che si è inevitabilmente ristretto. Si tratta, dunque, di un pericolo che è venuto aggravandosi nel corso del tempo, e rispetto al quale lo scorso mese di settembre sono scattate le indagini della Procura della Repubblica a seguito di un esposto dei residenti, che hanno denunciato la presenza di un escavatore che si stava ricavando una stradella di servizio nel bel mezzo della scarpata. Questo ha spinto il Procuratore a disporre il sequestro dell’area di proprietà comunale che si trova nelle immediate adiacenze dell’alveo.
L’orientamento dell’Amministrazione è che il progetto potrà andare avanti solo a condizione che in esso siano inclusi tutti gli interventi per la bonifica delle aree e la loro messa in sicurezza, interventi da realizzare in via preliminare rispetto al resto dell’opera, a seguito di ogni indispensabile approfondimento sulle questioni idrauliche, ambientali e di protezione civile.
La necessità di intervenire per il ripristino dell’alveo sarà affrontata dall’Amministrazione anche qualora il progetto non dovesse realizzarsi.

2. Gli aspetti ambientali della “cementificazione”.

Il Comune di Modica ha partecipato ad un Bando della Regione che aveva come oggetto “Piano nazionale edilizia abitativa – Programmi integrati per il recupero e la riqualificazione della città” e ha individuato per questo un’area che rispondeva perfettamente alle caratteristiche previste.
La nostra intenzione non è di cementificare, ma di rispondere alla forte pressione che in questi anni è stata giustamente esercitata dai residenti, che più e più volte hanno chiesto interventi di riqualificazione, integrazione al tessuto urbano, rivitalizzazione: nella proposta progettuale sono infatti previste importanti opere di urbanizzazione per 2,4 milioni di euro e l’Amministrazione ha condiviso con la Soprintendenza la tesi che non si potesse accogliere il primo progetto dell’impresa di realizzare edifici di 6 piani.
Dunque anche in questo caso il progetto potrà andare avanti solo dopo averne accertato l’adeguamento al contesto, come dovrà verificare la Soprintendenza, solo con la certezza che gli interventi di edificazione siano proporzionali agli interventi di riqualificazione e solo in continuità con altri interventi di complessiva integrazione del quartiere al tessuto urbano. Tra questi, quello che l’Amministrazione ha già portato avanti ottenendo con i Pist-Pisu il finanziamento di 850 mila euro per il recupero dell’area dell’ex Foro Boario, da destinare alla realizzazione di un’area verde attrezzata protetta per i giochi dei bambini all’aperto, a testimonianza dell’attenzione riservata al quartiere con una specifica programmazione.

3. Le procedure con cui il Comune di Modica ha partecipato al Bando regionale e il quesito che è stato sollevato pubblicamente circa il coinvolgimento di un componente della Giunta in società dove sono presenti i progettisti di via Fontana.

Allo scopo di bandire in modo inequivocabile il sospetto che questo Sindaco e questa Amministrazione starebbero consentendo a qualcuno di fare un grande affare e per di più sulle spalle della collettività, è opportuno ricostruire il percorso che ha portato alla scelta di questo progetto.
Il 16 luglio 2010 sulla G.U.R.S. è stato pubblicato il Decreto del Dirigente generale del Dipartimento regionale delle Infrastrutture della Mobilità e dei Trasporti sui “Programmi integrati per il recupero e la riqualificazione delle città” del 29 giugno 2010. Il 9 agosto 2010 la Giunta Municipale di Modica ha approvato una delibera per acquisire proposte finalizzate alla partecipazione a questo bando pubblico regionale, individuando l’area da riqualificare nella zona di via Fontana, a ridosso del torrente Pozzo dei Pruni, su terreni di proprietà privata e comunale. L’avviso pubblico è stato ampiamente pubblicizzato, persino con l’affissione di manifesti murali. L’11 settembre 2010 la Giunta Municipale ha approvato la proposta progettuale “Programma via Fontana”, l’unica presentata, della ditta Edilzeta s.r.l. Appalti e Costruzioni.
Il fatto che la Regione abbia concesso appena 60 giorni di tempo, per di più in piena estate, per la presentazione delle proposte progettuali e che questo abbia ridotto notevolmente le possibilità di partecipazione, è un limite ampiamente e legittimamente contestabile, ma formalmente non superabile. Lo è, peraltro, in questo come in altri casi: il nostro stesso Comune ha rischiato di non farcela a presentare in tempo utile altri progetti per altri bandi (il caso più eclatante è quello del progetto di metanizzazione di Frigintini). Ma sempre la scelta resta tra rinunciare del tutto, o partecipare con i progetti che si hanno in mano e provare a realizzare cose per la città.
C’è ancora un altro aspetto da precisare per quanto riguarda le procedure, ovvero il valore dei terreni di proprietà comunale con cui l’Ente ha partecipato al progetto: è stato insinuato che quei terreni siano stati svenduti, facendo precipitare il loro valore da 2 milioni a 484 mila euro. Chi ha imprudentemente messo in giro questa notizia, allo scopo di corroborare le proprie tesi, avrebbe potuto semplicemente consultare le carte e così scoprire che il vero valore di quel terreno fu portato dal Consiglio comunale – attraverso un apposito emendamento che corresse alcuni errori che erano stati rilevati nel Piano di alienazione degli immobili – da 2 a 1 milione di euro: da questa base d’asta è partito il primo dei tre tentativi di vendita che sono stati fatti, per ognuno dei quali il valore è stato ridotto del 20%, arrivando a 512 mila euro, che non è certo distante da quello considerato per la partecipazione al progetto. In questo modo il Comune ha potuto garantire la propria quota di cofinanziamento, giacché non sarebbe stato possibile concretizzarla con un impegno economico. Il Comune ha fatto peraltro una scelta in conformità con il PRG vigente: si tratta infatti di un terreno in zona B che, se non con questo, con qualunque altro progetto avrebbe potuto già in passato e potrebbe ancora in futuro essere edificato.
Resta da far luce, dunque, solo su un ultimo punto, giacché è stato chiesto pubblicamente al Sindaco “se esistono rapporti societari tra amministratori della Giunta e progettisti del programma di via Fontana”. Il Sindaco, non essendone mai venuto a conoscenza in passato, ha deciso di avviare tempestivamente un accertamento specifico, invitando i suoi Assessori ad attestargli formalmente l’esistenza o meno di loro eventuali rapporti societari, a qualunque titolo intrattenuti, con i progettisti e/o con l’impresa del “Programma via Fontana”. L’esito di questi accertamenti, se necessario, sarà portato all’attenzione della Procura della Repubblica e sarà anche oggetto delle doverose valutazioni politiche pubbliche.
Non v’è dubbio, in ogni caso, che né questo né altri progetti portati avanti da questa Amministrazione dovranno mai essere compromessi da questioni morali: qualora se ne ponga una, essa andrà apertamente affrontata e risolta, purché abbia una consistenza effettiva e non sia semplicemente funzionale al gioco delle speculazioni politiche e dei facili polveroni mediatici.

4. Le opportunità di risposta al fabbisogno abitativo e di lavoro.

Tra gli obiettivi del Bando e tra quelli con cui l’Amministrazione ha voluto cogliere l’occasione di parteciparvi, oltre a quello della riqualificazione urbana, c’è anche quello di rispondere al fabbisogno abitativo delle categorie svantaggiate. Bisogno di fronte a cui un Sindaco si trova davanti ogni giorno, incontrando innumerevoli richieste di aiuto a cui ben presto esaurisce le possibilità di rispondere. Dunque non ci si potrebbe lasciare sfuggire a cuor leggero l’occasione di aggiungere all’attuale e limitata offerta ben 42 alloggi che dovranno essere offerti in locazione a canone sostenibile per almeno 25 anni alle categorie individuate secondo i criteri previsti dalle leggi.
Così come non ci si dovrebbe permettere il lusso di sottovalutare quel che rappresenta un investimento di oltre 17 milioni di euro per l’economia del territorio, in un momento in cui il settore dell’edilizia è in fase di stagnazione, il mercato del lavoro soffre una grandissima crisi e alle Amministrazioni si chiede di fare qualcosa per immettere risorse che rimettano in moto il sistema.
Le opportunità positive che derivano per la Città da questo progetto, fatte salve le premesse e dunque a condizione che sia garantita la sicurezza e siano salvaguardati l’equilibrio ambientale e l’assetto urbanistico, non possono non essere tenute in debita considerazione nel contesto di una valutazione complessiva.

In conclusione, vogliamo rassicurare tutti che questo Sindaco e quest’Amministrazione stanno affrontando questo argomento non solo con la massima trasparenza e la massima buona fede, ma anche con tutta la prudenza che richiede l’impatto di un intervento di questo tipo sulla città.
Il confronto con i cittadini e con le altre forze politiche, quello che è stato fatto e quello che ancora si dovrà sviluppare, è indispensabile per offrire spunti migliorativi alla riflessione che sta maturando e che si concluderà con la decisione del Consiglio comunale.
Ma c’è una differenza sostanziale tra un metodo di lavoro serio, che tiene conto delle contraddizioni e cerca una sintesi positiva, e un approccio unilaterale che assolutizza solo una porzione e gioca a solleticare interessi specifici: il nostro compito – riteniamo – è quello di adottare quel metodo e di prendere decisioni per il bene pubblico, agendo con equilibrio, buon senso e lealtà nei confronti della Città, del suo presente e del suo futuro.

 

 

foto giovanni antoci

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