Un codice etico per i partiti

Un Codice etico per i partiti? Sembra auspicabile non solo per i partiti ma anche per una moralizzazione della cosa pubblica. Al Comitato Regionale dell’Udc, a Caltanissetta, il Codice etico è stato sottoposto all’uditorio dal segretario regionale dell’Udc, sen. Gianpiero D’Alia, ed apprezzato, in quanto si è stanchi di dover sopportare di essere rappresentati da chi sia inquisito, da collusioni mafiose, e da qualsivoglia indagine su chi va a rappresentare i cittadini. Moralizzazione dei costumi e dei comportamenti? Ebbene sì,è necessaria, in quanto una società civile ha dei valori e dei principi, che non possono essere calpestati da comportamenti non congrui.
Uno statale, ad esempio, deve avere la fedina penale nulla, per poter lavorare nello Stato, quindi questo dovrebbe valere per chi va per rappresentare un popolo, dei cittadini. L’Udc ha posto il codice etico come prioritario, sia per l’attività politica, sia per chi va a rappresentarci, pena l’espulsione dal partito. Inoltre, è stato posto, nella stessa riunione, il problema della democrazia all’interno del partito: annosa problematica non risolta: sarebbero necessari, come ha detto qualcuno, dei piccoli parlamenti ,in cui dibattere le decisioni, le linee, le tematiche. Insomma ,l’Udc si pone come partito nuovo, in questo senso, non solo per i valori e i principi, ma anche per i comportamenti.
A parer nostro la politica dei contenuti è vincente, la democrazia, l’apertura alla società civile, dialogo con la gente e con i loro bisogni, diventano prioritari non nelle parole, ma nei fatti.

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