Albanese impiegato “in nero” in cantiere . Assolti due imprenditori modicani

Favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina in Italia. Era un reato pesante contestato a tre modicani, tra cui due imprenditori edili, che avrebbero consentito la permanenza di un giovane albanese in città che però era sprovvisto del permesso di soggiorno. Il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, li ha, però, assolti accogliendo le tesi espresse nelle arringhe dai difensori, gli avvocati Simona Pitino, Salvo Maltese e Mario Caruso. Le indagini, svolte tra i mesi di luglio e dicembre del 2005, avevano pertanto a contestare a G.P., 69 anni, l’accusa poiché avrebbe affittato un proprio immobile per risiederci all’albanese S.H., 33 anni, clandestino in Italia, percependo un canone mensile di centotrenta euro e questo fino al mese di novembre del 2005. I due imprenditori, G.M, 50 anni, e G.G., 61 anni, avrebbero assunto, dal canto loro, nelle rispettive aziende lo stesso extracomunitario “in nero” corrispondendogli una paga giornaliera di quaranta euro. Nel primo caso sarebbe stata accertata attività lavorativa da gennaio a giugno del 2005 mentre nella seconda impresa edile avrebbe lavorato da luglio e fino al nove dicembre. Nel corso del dibattimento, l’accusa è stata smontata e i tre imputati sono stati tutti assolti.

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