L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. VERSO LE ELEZIONI A MODICA: I RISULTATI DEL SONDAGGIO INDICANO MOMMO CARPENTIERI. MA PER QUALE “MODELLO DI CITTA”?/ 4

Confesso che il sondaggio da me lanciato sui possibili candidati a sindaco di Modica, mi ha lasciato un po’ deluso. Mi aspettavo, in verità, una partecipazione più ampia. Alcuni nomi sono comunque venuti fuori. Qualcuno ha ironizzato, qualche altro ha fatto un salto indietro ripensando a Piero Torchi.
E’ chiaro che i dati emersi, che riporto per rispetto e per l’impegno preso con i lettori, non possono essere assolutamente considerati rilevanti per la poca consistenza del numero delle risposte, appena 31. Li consideriamo solo un indizio. Certo, se i 1191 lettori che hanno partecipato, avessero tutti risposto al sondaggio da me lanciato, la situazione sarebbe stata molto diversa. Un dato è comunque chiaro, e cioè che alcune candidature sono state indicate. Ecco il risultato:
Mommo Carpentieri:14; Michele D’Urso(5 ); Vito D’Antona( 4); Orazio Sortino(2); Antonella Buscema(1), Ing. Giovanni Savarino(1) ; Michele Cappello(1); Ignazio Abbate (1). Un altro dato comunque va sottolineato: nel corso del sondaggio Mommo Carpentieri ha dichiarato alla stampa di volersi candidare a sindaco, per cui se alle 14 indicazioni del sondaggio aggiungiamo altre 21 adesioni espresse come commento all’articolo sulla sua dichiarazione di disponibilità a candidarsi, ne scaturisce che 35 modicani si mostrano favorevoli ad una candidatura dell’ex vice presidente della Provincia. Carpentieri è uomo del PdL, ma è una persona che potrebbe avere consenso non solo nell’area del centrodestra, ma anche in ambienti di centrosinistra, dove il nome che ricorre più spesso è quello di Vito D’Antona di Sinistra Ecologia e Libertà.
Vorrei a questo punto invitare le persone indicate nel sondaggio, ma l’invito è esteso anche ad altri possibili candidati a sindaco, a far sapere ai modicani quale “idea” di città hanno, per quale “modello” di città intendono spendersi.
Chi aspira a fare il sindaco dimostra di avere progettualità non perché stila l’elenco delle cose da fare a Modica, oppure perché fa azione di denuncia per far notare che chi sta amministrando è incapace. Per fare questo non occorre che ci siano politici, perché è facile poterlo capire da se stessi. Oggi la denuncia, tramite la stampa, è il primo passo cui molti politici fanno ricorso per ottenere visibilità mediatica e per dire le cose che non funzionano, mentre, in realtà, dovrebbe essere l’ultimo passo da fare. I candidati a sindaco devono poi, a mio avviso, avere chiara una cosa e dirla apertamente ai modicani: qual è il “modello di città” in cui credono, per il quale vogliono battersi e nella cui direzione vogliono indirizzare il bilancio comunale e intercettare risorse finanziarie.
I prossimi candidati devono dire con chiarezza se credono in un “modello di città come sistema dinamico e di rete” che punta sulla promozione turistica affinché Modica venga scelta all’esterno, così che si rilancino il commercio, le piccole e medie imprese artigianali, edilizie, le risorse agricole, con una azione sinergica capace di determinare non clientele e favoritismi, ma processi di sviluppo e di occupazione per tutti nel quadro di una economia solidale; o se credono nel “modello di città erogatrice di servizi” in base al quale la città cresce solo assicurando i servizi che la legge riconosce ai cittadini e facendo rispettare loro i doveri che scaturiscono dall’essere cittadini, come se tutti i modicani fossero pubblici dipendenti con il lavoro assicurato e non ci fossero tra loro persone che rischiano con le loro imprese e giovani che aspettano che la politica sia capace di “creare lavoro” onesto e dignitoso.
Dentro questi due “modelli di città” non si può più , come si continua ancora oggi, giocare con le parole, rimarcando la differenza tra chi è “palazzinaro, speculatore e cementificatore” e chi è “ambientalista e difensore del territorio”; tra chi è difensore della morale e chi è cercatore di propri interessi”; tra chi ha l’abito bianco della verginità e chi quello nero delle malefatte”, tra chi fa “clientela” e chi si professa un “servitore”, tra chi “ha fatto debiti” e chi “ deve toglierli”. Se lo schema della politica modicana continua ad essere questo, non vedo vere vie d’uscita.
Piuttosto attorno a questi due modelli ( ce ne saranno tanti altri, ma questo è il mio pensiero) occorre avviare un dibattito tra i partiti e la città: dovranno essere i modicani, con il loro voto, a costruire il loro futuro e a scegliere tra il “modello di città” che i candidati sindaci sia di centrodestra che centrosinistra proporranno loro, e una volta scelto il modello bisognerà seriamente muoversi nella direzione indicata, bandendo moralismi, inutili polemiche, strumentalizzazioni sterili, ostruzionismi privi di senso e crociate che obbediscono spesso a fissazioni che al vero bene di una città. E da questo dibattito deve scaturire una “ri-comprensione” della politica come luogo del bene comune e di servizio alla collettività svolto con rigore etico e competenza amministrativa.

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