Strascico processo penale: Il terzo dei tre arrestati per furto nel 1985 ai danni della Villa Denaro Papa non può presenziare in aula per le precarie condizioni di salute

Il Tribunale di Modica, alla ripresa delle udienze penali, ha reiterato la richiesta di una perizia per sapere se per l’imputato, il pregiudicato pozzallese Salvatore Cordova, sussistono i presupposti mentali di non potere affrontare il viaggio da Latina dove da alcuni anni risiede per raggiungere Modica e presenziare al processo. Prima della chiusura della sessione penale il Servizio di Igiene Mentale di Latina aveva certificato che “Le condizioni dell’imputato permangono gravi ed il soggetto non è nelle condizioni di raggiungere Modica”. Il processo è relativo alla rapina messa a segno da 3 individui con il volto travisato da passamontagna ed armati di pistole automatiche e di un fucile a canne mozze ai danni dei proprietari di Villa De Naro Papa a Modica. Si tratta di uno stralcio di un precedente procedimento già concluso quando furono condannati Carmelo Iemmolo, 65 anni, anche questi di Pozzallo, ma in atto residente in Svizzera, al quale i giudici modicani inflissero sei anni di reclusione e duemila euro di multa, e Umberto Pitino, 74 anni, pozzallese, ex collaboratore di giustizia, condannato a tre anni e due mesi di reclusione e seicento euro di multa. La rapina fu compiuta il 3 settembre del 1985. Furono prese di mira, Maria Costa e la figlia Lavinia De Naro Papa, che, dopo cena, si erano appisolate in salotto davanti al televisore. La figlia si era, poi, svegliata ed era andata in cucina, ma dalla penombra erano sbucati due individui che le avevano puntato una pistola. Un terzo uomo, che dovrebbe essere il Cordova, le tenne in ostaggio per quasi tre ore. Il valore degli oggetti rubati ammontò a circa 400 milioni di lire. Arraffarono preziosi e pellicce oltre ad una pistola marca “Smith & Welsson” calibro 7,65. In precedenza il Tribunale di Modica aveva disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. La Corte d’Appello di Catania aveva, poi, dichiarato il non luogo a procedere per il primo per intervenuta prescrizione del reato e per Iemmolo, addirittura, l’annullamento e la trasmissione degli atti nuovamente al Tribunale di Modica per avviare un nuovo procedimento. In quest’ultimo procedimento nei confronti di Iemmolo è stato disposto il non luogo a procedere per il reato di porto d’armi in luogo pubblico. L’uomo è stato condannato, invece, per rapina aggravata in concorso.
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