Modica, sui saldi di fine stagione scoppia la polemica

A Modica i saldi sono già cominciati ma non per tutti. “Nei giorni scorsi – afferma il Comandante della polizia locale, Giuseppe Puglisi – abbiamo effettuato alcune ricognizioni per garantire la legalità, su un tema spinoso come quello dei saldi. La normativa afferma che i saldi in Sicilia debbano cominciare il primo sabato di luglio. A seguito della nostra attività ispettiva, abbiamo già elevato diverse contravvenzioni”. A sollevare la questione dei saldi anticipati, nel settore dell’abbigliamento, erano stati alcuni imprenditori della città. “L’inizio dei saldi – afferma Antonio Aurnia(nella foto a destra), noto imprenditore modicano – è figlia del malessere del territorio. È certamente un fatto non previsto dalla norma ma una nostra iniziativa per la salvaguardia di un settore, il nostro, fortemente in crisi. Preferiamo pagare qualche multa pur di assicurare lo stipendio ai nostri dipendenti. La legalità – conclude Aurnia – va vista a monte, vanno evitati i saldi sottobanco, noi stiamo facendo tutto alla luce del sole”. Per Luigi Zacco, altro imprenditore della città: “Tengo a precisare che la nostra iniziativa non è contro qualcuno né vuole, assolutamente, danneggiare i colleghi bensì difendere le nostre aziende”. Una presa di posizione molto dura è quella di Paolo Failla, da poco eletto presidente dell’Ascom di Modica. “Spiace dovere rilevare come, ogni anno, sia la stessa storia: è il far west dei saldi. Come associazione di categoria – continua Failla -, non ci fermeremo a condannare tali azioni che si connotano come fenomeni di concorrenza sleale ma attiveremo denunce che, il più possibile, cercheranno di fare luce su tutte le anomalie”. Da registrare, però, una posizione diversa del vicepresidente cittadino dell’Ascom, Giorgio Moncada: “La mia è una posizione terza, rispetto alle parti. Sono d’accordo con Failla sul rispetto della legalità ma penso che si debbano ascoltare tutti gli aderenti all’associazione e non lasciarsi andare a dichiarazioni estremistiche. La normativa sugli sconti – continua Moncada -, soprattutto nel settore dell’abbigliamento, è troppo obsoleta e non rispecchia le attuali necessità di un settore in crisi. Oggi, in un mondo che va nella direzione del liberismo, non si può difendere una normativa così superata”.

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