Modica. L’Associazione Territorio: “Le ragioni del NO … ma anche le proposte sul Progetto di Riqualificazione (VERA) del Quartiere Vignazza”!

Dopo la conferenza stampa del primo giugno, l’Associazione Territorio di Modica, nella riunione settimanale di Venerdì scorso, presenti i consiglieri comunali Colombo e Nigro ed alcuni dei componenti del coordinamento cittadino fra i quali Giorgio Civello, Antonio Giannone, Giovanni Piccitto e Nino Denaro, è tornata ad occuparsi del progetto di riqualificazione urbana del quartiere Vignazza. Sono state ribadite le ragioni del “no”, ma sono state anche elaborare alcune proposte.
Territorio no condivide il progetto perché la procedura è poco chiara, fatta in fretta e per giunta in un ristrettissimo periodo estivo (9 agosto – 6 settembre 2010) di norma dedicato alle ferie quindi con poca attenzione; il Sindaco e l’Amministrazione PD–MPA non hanno dato la dovuta ed ampia informazione-pubblicità al Bando, infatti pare strano, molto strano, che in altri Comuni della Sicilia, alcuni anche nella nostra provincia, sempre per lo stesso bando regionale, hanno partecipato diversi privati, mentre a Modica è stata presentata una sola proposta; non sono stati rispettati i principi basilari che hanno ispirato il bando della regione, infatti non si tratta di “riqualificazione e recupero urbano di un’area degradata”, ma bensì di una “cementificazione invasiva a ridosso di un alveo, spacciata per riqualificazione”; il progetto così come è stato presentato è una operazione economica con enormi vantaggi per l’Impresa privata, risultano inesistenti i vantaggi per la città fatta eccezione per qualche miglioria della viabilità nel quartiere e si profilano probabili danni per le casse comunali.
“Abbiamo fortissime perplessità che venga garantita la sicurezza per i cittadini tutti, non solo per i residenti, viste le condizioni dell’alveo e soprattutto per il fatto che nel progetto non è prevista nessuna opera di bonifica e messa in sicurezza dell’alveo – dicono gli esponenti di Territorio -. Riteniamo imprescindibile, lo chiediamo con forza, che il progetto venga subito sottoposto all’approvazione di tutti gli enti locali competenti in materia: Soprintendenza, Genio Civile, Ispettorato Forestale, Dipartimento Provinciale di Protezione Civile e vista la natura del progetto riteniamo sia obbligatorio il preventivo parere dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente in materia di Valutazione Ambientale Strategica – VAS”. La proposta è: l’ex Foro Boario deve essere completato, recuperato e consegnato alla Città di Modica.
“Noi pensiamo – continuano -che ciò sia possibile e proponiamo di modificare il progetto trasformandolo in un “vero recupero e ripristino conservativo dell’area e del patrimonio edilizio esistente”; prevedere le opere di urbanizzazione realmente necessarie al quartiere e non quelle finalizzate a poter costruire i setti palazzi; completare solo il tratto di alveo coperto già esistente, rendendolo fruibile sia per i pedoni e sia per le autovetture, prevedendo lo sbocco sulla Via Modica Noto-Frigintini e se possibile anche nel terreno del comune a ridosso del “serbatoio mulinelli o zona limitrofa”, il tutto senza prolungare la copertura dell’alveo; ripristinare l’alveo con le linee di natural declivio e bonificare l’intero tratto a monte fino alla C.da Rassabbia – Frigintini (dove nasce appunto il torrente); censire e regolarizzare tutti gli accessi esistenti nell’alveo e qualora necessario chiudere quelli che ostacolano il normale deflusso delle acque; prevedere, almeno una volta all’anno, la pulizia straordinaria dell’intero tratto dell’alveo”.
Siccome il finanziamento pubblico a quanto pare non può essere delocalizzato e per ottenere la quota di contributo regionale è necessario realizzare degli alloggi di edilizia convenzionata a canone sostenibile, noi riteniamo che si possa evitare la costruzione degli oramai famosi 7 palazzi viene, invece, proposto di recuperare il patrimonio edilizio esistente nell’area dell’ex foro boario (locali dell’ex macello e fabbricati vari di proprietà del Comune) trasformandoli in alloggi abitativi a canone sostenibile e per la parte residua in locali per servizi ai cittadini (uffici comunali, centro giovani, centro anziani, locali scolastici, etc.) e applicare la compensazione urbanistica, prevista nel bando della regione, concedendo al privato di poter costruire gli altri alloggi a canone sostenibile e liberi in un’altra parte della città, con la condizione che sia un intervento di edilizia “semi intensiva”, cioè villette a schiera bifamiliari, di modesta entità, massimo due piani fuori terra e soprattutto con l’obbligo di realizzare aree a verde, pubblico e privato, nel rispetto degli standard di legge.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa