Modica, “Amministrative 2013. Il Pd chiede chiarezza sui candidati

Il Partito Democratico di Modica apre il dibattito in provincia, in vista delle prossime elezioni regionali, chiedendo “un processo di rinnovamento, lasciando ai margini quei gruppi dirigenziali che negli ultimi anni si sono purtroppo dimostrati incapaci di intercettare le vere istanze della società civile e di allargare il consenso”. Il documento, a firma del capogruppo in seno al consiglio comunale, Giorgio Zaccaria, del sindaco Antonello Buscema e di altri esponenti, è deficitario di sottoscrizioni importanti come quella, su tutte, del coordinatore cittadino, Giancarlo Poidomani (ma anche di personalità storiche del Partito, come Giovanni Di Rosa e Peppino Giannone). “Per ora è un documento solo di alcuni e non di tutto il partito modicano – afferma Giancarlo Poidomani -, perché non è stato condiviso in nessuna occasione di dibattito interno. La firma del coordinatore ci sarà soltanto dopo una condivisione da parte di tutti. Non condivido – conclude Poidomani -, l’idea di partito che esce da questo documento”. In vista delle elezioni Regionali di ottobre, i democratici della città della Contea, chiedono spazio “per dare una svolta decisiva, affinché si riveda il metodo di scelta delle candidature”. I “bene informati” parlano di una “volata” a due, per l’espressione della candidatura modicana: da un lato il sindaco Antonello Buscema, che sarebbe espressione di tutto il partito (ma indeciso sull’accettare), dall’altro il segretario provinciale della Cgil, Giovanni Avola che, invece, parrebbe incontrare alcune resistenze interne. Nel documento si fa riferimento, anche, alle candidature dei parlamentari uscenti, del Pd ibleo: “I deputati uscenti non devono godere di nessuna sorta di prelazione che li inserisca di diritto tra i componenti della contesa elettorale”. Per Roberto Ammatuna “è un documento che vuole essere un contributo di rinnovamento alla nostra classe politica. Nel partito, purtroppo è vero – continua il deputato pozzallese – si sono formate delle oligarchie, a livello nazionale, regionale e locale. Esempio ne è l’appoggio al Governo Lombardo, non condiviso da tutto il partito. Io, ad esempio, porrò la mia ricandidatura al vaglio del partito provinciale, non volendo partire da posizioni di privilegio”. Per Pippo Digiacomo: “Sono d’accordo sul vaglio delle candidature. Vado oltre, si potrebbero fare delle primarie aperte per individuare i candidati più rappresentativi”.

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