IL PROLIFERARE DEI CENTRI COMMERCIALI AIUTA LE ECONOMIE IN CRISI? La riflessione di Ballarò

Si consolida la tendenza ad aprire nuovi centri commerciali su tutto il territorio nazionale e su quello della nostra Regione. A Palermo negli ultimi 4  anni ne sono spuntati 3 di notevoli dimensioni, altri con le stesse caratteristiche sono prossimi all’apertura ed una decina di media struttura sono già nati. A Catania ne sorgono altri e neanche la Provincia di Ragusa rimane immune da questa tendenza.
E’ chiaro che la nascita di nuovi soggetti imprenditoriali nell’ambito d’uno stesso settore merceologico, quantomeno teoricamente, non può che rivelarsi positivo per il consumatore che ha la facoltà di scegliere sulla base del prezzo più competitivo; ma in un’economia che da anni, a causa della crisi che investe mezzo mondo, vede in grande affanno la piccola e media impresa per il protrarsi d’una mancanza di liquidità del ceto medio, per un’indisponibilità sempre più diffusa degli istituti di credito a finanziare le piccole e medie attività imprenditoriali, per il diminuito potere d’acquisto dei salari e degli stipendi, un centro commerciale il cui potere di contrattazione rispetto ai propri fornitori è direttamente proporzionale alla capacità dei volumi d’acquisto, è qualcosa che giova all’esistente imprenditoria del settore o invece nuoce ?
Contrariamente a quanto ha dichiarato durante l’inaugurazione d’un centro nel nostro comprensorio, Giorgio Ragusa, direttore del Conad Sicilia ed apprezzato dirigente del mondo cooperativo in Italia, ovvero che la nascita di centri del genere costituisca “la rivincita degli imprenditori locali”, penso invece che le potenzialità di simili strutture  rappresentino un attacco mortale alle piccole imprese che non hanno i presupposti per competere con colossi commerciali di questo tipo.
Penso altresì che, essendo l’ italiano, in buona percentuale,  un popolo abituato a spendere non secondo le proprie reali possibilità, ma facendo leva sulle “opportunità” del credito al consumo, attratto da occasioni di prezzi allettanti, si è determinato un ulteriore aggravio dell’indebitamento di molte famiglie, alle quali a fine mese, dello stipendio o del salario rimane solo la busta, perché il contenuto è da ripartire tra le diverse società di credito che hanno finanziato i diversi acquisti, non sempre necessari.
Auguro ogni fortuna a qualunque imprenditore che si scommette in nuove attività, ma penso sia legittimo interrogarsi a livello sociale e politico-amministrativo sui risvolti non sempre positivi di certe tendenze.

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