Cooperativa “Rinascita” Vittoria. Chiarisce il commissario straordinario, Giannone

Il commissario straordinario della Cooperativa “Rinascita” di Vittoria, Antonio Giannone, interviente con una propria nota solo ed esclusivamente a fornire chiarimenti ad una opinione pubblica che “viene orientata dalle notizie “gridate” di chi si cimenta in una campagna elettorale fuori stagione denigrando l’operato di chi sta faticosamente tentando di fare luce sulla complessa e controversa gestione di Rinascita soc. coop. degli ultimi anni”.
“Deve innanzitutto muoversi dal calunnioso assunto – dice l’avvocato Giannone – di chi ritiene che il Commissario di Rinascita non abbia posto in essere quanto dovuto in relazione al mandato ricevuto.
Il ripristino della legalità, la convocazione dell’assemblea dei soci e l’auspicato (da tutti!!!) rilancio della Cooperativa, richiedevano un essenziale presupposto in relazione al quale, già nell’immediatezza dell’insediamento del Commissario, si è evidenziata l’insussistenza.
Come ben dovrebbe sapere chi è iscritta ad un albo di professionisti che curano materia economica e finanziaria, l’ordinamento vieta che un soggetto giuridico in stato di illiquidità ed insolvenza continui ad operare sul mercato: questa è norma pacifica, incontrovertibile e non certo creata ad hoc dal Commissario.
Ne consegue che, a fronte:
– di protesti per oltre 700.000 (settecentomila) euro;
– di debiti verso gli istituti bancari per oltre 5.000.000 (cinque milioni) di euro;
– di debiti verso l’erario per circa 600.000 (seicentomila) euro;
– di debiti verso i fornitori per oltre 1.600.000 (unmilioneseicentomila) euro;
– di una attività di commercializzazione ridotta al lumicino;
– di oneri finanziari per interessi passivi pari ad oltre 300.000 (trecentomila) euro annui;
– di un costo del personale dipendente non inferiore a 700.000 euro annui;
– di una pioggia di notifiche di decreti ingiuntivi, precetti e pignoramenti;
– della notifica di istanza di fallimento ad opera di un fornitore;
il Commissario non poteva non rivolgersi (come ha puntualmente fatto) alle competenti Autorità notiziando il competente Assessorato Regionale tanto in relazione alla illiquidità di Rinascita, quanto in ordine ad attività attualmente al vaglio del Commissario (e non solo del Commissario) che hanno contribuito a ridurre la Cooperativa un vero e proprio colabrodo.
Non il Commissario ma (prima ancora del competente Assessorato Regionale) il Tribunale di Ragusa, in composizione Collegiale, con sentenza n° 1 del 16.04.2012 ha dichiarato lo stato di insolvenza della Cooperativa Rinascita … quale assemblea doveva convocarsi ? quale ripristino della normalità doveva operarsi ?
Verità è che la morte economico-finanziaria di Rinascita risale a mesi (o forse anni?) prima della nomina del Commissario, allorquando la Cooperativa si indebitava con gli istituti bancari pagando ingentissime somme per interessi passivi ma omettendo per larghissima parte di operare il recupero (necessario e doveroso) dei propri crediti per oltre quattro milioni e mezzo di euro, ed allorquando la politica, anche quella territorialmente vicina alla Cooperativa che oggi sfila in passarella, aveva tutti i sentori di ciò che stava per accadere e nulla ha fatto o ha detto al riguardo: niente riunioni, niente missioni palermitane, niente proclami …
La speranza è che l’agitazione di questi giorni non sia volta (utilizzando il sistematico mezzo della denigrazione personale e professionale del Commissario) ad evitare che il lungo e faticoso lavoro che mira ad accertare le cause del disastro di Rinascita e le responsabilità ad esso sottese, sia stoppato; magari al fine di favorire la nomina di un Commissario Liquidatore più vicino alla politica e che faccia passare il tracollo di Rinascita per una delle (purtroppo numerose) chiusure aziendali di questo periodo … si tratta, in realtà di tutt’altro”!
Condivisione, quindi, delle posizioni di chi appoggia e tutela (come fa da oltre un trentennio) i produttori; al contrario, chi addossa la responsabilità di un terremoto alla ruspa che rimuove le macerie dei crolli, dimostra di essere o ingenuo o in malafede … non si comprende bene quale delle due alternative sarebbe da preferire.
Il Commissario, da parte sua, spogliandosi delle vesti del Pubblico Ufficiale, auspica che il sito di Rinascita sia –nel rispetto delle procedure di legge- ben presto occupato da una nuova (e meglio gestita) realtà produttiva che rilanci il territorio … è venuto meno il contenitore ma non certo il suo contenuto … la politica in buona fede, con la doverosa e corretta collaborazione del Commissario Liquidatore già designato, potrà e dovrà trovare metodi e formule per il recupero del tessuto associativo dei produttori.
“La verità – conclude -sul recente passato e sul presente, sarà di grande ausilio per una più proficua crescita del territorio … rinunciare a ciò non renderà giustizia a Rinascita, né ai suoi fondatori, né alla Città di Vittoria.

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