RAGUSA, NONNI, GENITORI E FIGLI TUTTI UNITI AI “GIOCHI DI UNA VOLTA” NON SOLO “CALACIPITI” PER RIVIVERE LE ATMOSFERE PASSATE

Tradizioni che si tramandano. Di racconto in racconto. Di generazione in generazione. Anche i giochi di una volta fanno parte di questo bagaglio di tesori che servono a ricordare il nostro passato e l’appartenenza di una comunità ad una specifica identità. Ecco perché, ieri pomeriggio, i campetti dell’oratorio della parrocchia Preziosissimo sangue, in via Ettore Fieramosca a Ragusa, hanno fatto riassaporare le atmosfere di un tempo, quelle dei giorni andati, che, però, garantiscono un ideale filo di ricongiungimento tra nonni, genitori e figli. L’esperienza portata avanti dal gruppo “U Calacipitu” retto da Giorgio Di Pasquale ha un senso proprio per questo motivo. Ed è stato testimoniato, ancora una volta, in occasione di un appuntamento che ha visto la presenza di numerose famiglie: papà, mamme e nonni si sono emozionati nel vedere i propri piccoli armeggiare con un “calacipitu” oppure cercare di superare il diretto concorrente in una tradizionale corsa con i sacchi. Per non parlare del gioco della “ria” oppure di quello delle biglie e dei cerchi. Di Pasquale, grazie ad uno staff di amici che lo supporta, a cominciare da Roberto Di Benedetto, ma anche Angelo Buscemi, Giuseppe Rizza e Maurizio Distefano, ha colpito ancora una volta nel segno se è vero che la gimkana di calacipiti con prova cronometrata ad ostacoli (tra le prove anche l’apertura di un cancello virtuale cercando tra un mazzo di chiavi quella giusta) ha riscosso non solo il consenso dei presenti ma anche una partecipazione emotiva molto intensa. L’iniziativa, sostenuta da alcuni sponsor privati e dall’Ecipa Ragusa, ente di formazione della Cna che ha puntato l’attenzione sul recupero delle antiche tradizioni artigianali quali quelle necessarie per realizzare i giochi di una volta, ha permesso anche ad alcuni nonni di misurarsi con il “tuppettu”, la trottola fatta con materiali tradizionali. “I giochi di una volta – afferma Di Pasquale – erano passatempi semplici, adatti ai ritmi salutari della vita, fatti tutti all’aria aperta. Abbiamo cercato, in questo modo, di rievocare una tradizione con la speranza che, almeno in parte, possa essere rivissuta anche dai nostri figli i quali si sono avvicinati con molto interesse a queste pratiche ludiche. Ogni volta, per noi, è una sfida nuova. E, anche stavolta, riteniamo di averla vinta”.

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