L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. VERSO LE ELEZIONI A MODICA: RIGENERARE LA POLITICA E I PARTITI. MA COME?/7

Ho sentito dichiarazioni di vari leader politici che sollecitano la necessità e l’urgenza di una rigenerazione della politica e dei partiti, per poter ritornare ad essere credibili. Ne sono convinto anch’io! Siamo infatti in una fase storica in cui i partiti oltre a rigenerarsi devono riacquistare regole, identità e contenuti progettuali, senza sottostare al cappio di coalizioni che limitano lo spirito di iniziativa. Un partito ha senso e valore se la politica diventa un fatto collegiale e se gli organismi di partito passano da luoghi consultivi a luoghi di decisionalità. Su questo punto non si può fingere!
Un partito, un gruppo politico o una lista civica sono come un’orchestra: nessuno può pensare di suonare il flauto, la tromba, il clavicembalo, il violino, di fare il direttore, il suggeritore, insomma il factotum; potrà anche riuscirci, perché no, ed essere bravo,carismatico e convincente, accattivante, attirare consenso, ma tutto questo è le negazione della politica, che è invece “luogo collegiale” di convergenze e di intelligenze, di capacità e meritocrazie; un partito è come una casa di relazioni: ognuno deve sforzarsi di relazionarsi positivamente con coloro che la pensano diversamente, cercando, pur esprimendo giudizi (il giudizio in politica è ineliminabile: come si fa a non giudicare!) di togliere dai giudizi l’insulto, i veleni e le maldicenze. Non potrò mai essere d’accordo con coloro i quali dicono che il pensare diverso è uguale a dissenso, a spaccatura.; non posso concordare con coloro che affermano che il pensare diversamente da un leader politico o di un sindaco sia equivalente ad essere contro di lui; coloro i quali usano questa strategia destabilizzante e in modo strumentale sicuramente non fanno alcun bene al partito cui dicono di appartenere né alla città in cui vivono.
Rigenerare i partiti non è una mera questione anagrafica, ma significa credere che sia giunto il tempo di imboccare una strada di discontinuità rispetto al passato; nulla è scontato e non si può pensare a forme di automatismi perché è arrivato il momento di dare spazio a partiti laboratorio – politico ove l’interesse è anzitutto proteso verso una tensione ideale, ma anche verso un orizzonte di ricerca del potere correttamente inteso, perché è attraverso l’esercizio del potere che le idee, i progetti e i contenuti politici possano trovare la loro realizzazione.
E qui, allora, entra in campo l’intelligenza di tutti, giovani e meno giovani: la politica non si può fare con i ricatti, le minacce, le promesse, gli umori, gli accentramenti, le intolleranze, ma ha bisogno del sano compromesso, dell’umiltà e della capacità di ascoltare; la politica ha bisogno non di arrampicatori ma di uomini capaci di rispettare i patti: pacta sunt servanda dicevano i latini. Chi non rispetta i patti, potrà avere i suoi motivi per non rispettarli, ma dovrà avere l’umiltà di dire: ho sbagliato! Pensavo di farcela, ma non ci sono riuscito! E tutti, sicuramente, commettiamo errori!
Occorre per Modica una classe dirigente più autonoma; non serve una classe dirigente che rimane solo sulla carta; è poco efficace una classe dirigente semplice spettatrice dell’operato di pochi o, peggio, incapace di dire quel che pensa per paura di perdere il giocattolo o il premio promesso.
Se i partiti o gruppi o movimenti politici modicani stanno preparando progetti politici per rigenerarsi e presentarsi agli elettori per le prossime scadenze regionali e comunali, che lo dicano apertamente alla loro città. Volersi scommettere per dare il proprio contributo non è un peccato, ma un atto di civiltà, se seriamente concepito.
Modica, per essere governata, non ha bisogno di arrivisti né di avventurieri, nè di santi né di eroi, né di puri né di impuri, né di illuminati né di pubblicitari, né di voltagabbana né di polemisti, ma ha bisogno di cittadini normali che siano espressione di partiti, gruppi politici, liste civiche o movimenti e che siano consapevoli delle loro capacità culturali, morali, relazionali, amministrative e programma-tiche e, soprattutto, che abbiano la maturità di capire che in politica nessuno è di ruolo, che si vale per il servizio che si è capaci di rendere alla collettività, che la politica non è rissa, mancanza di rispetto, linciaggio morale ma partecipazione e luogo democratico di confronto e di dialogo; che la politica è “risposta ai bisogni della gente”, ricerca di soluzioni ai problemi piccoli e grandi di un territorio.

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