Scicli, Operazione “Cuscus”: spaccio di stupefacenti. I carabinieri arrestano quattro maghrebini

Una scatola di scarpe, l’oggetto perso in strada prima di salire su un pulman di linea è stata la conferma di una losca attività di spaccio. In essa c’era la conferma che un gruppetto di cittadini maghrebini erano i protagonisti di un fiorente commercio di sostanza stupefacente sul territorio sciclitano e fors’anche in quello ibleo. Era il 5 gennaio del 2011 ed in quella scatola di scarpe c’erano un chilo e 100 grammi di hashish. L’attività investigativa dei carabinieri della Compagnia e della Tenenza di Scicli era partita già però nell’estate del 2010. Oggi, con l’operazione Cous-Cous, sono stati tratti in arresto quattro persone, tre tunisini ed un marocchino perchè ritenuti responsabili del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, dall’hashish alla marijuana alla cocaina. Altri due sono ricercati all’estero. A coordinare le indagini il procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, che stamani in conferenza stampa, ha avuto al fianco colui che ha diretto l’attività investigativa, il sostituto procuratore Gaetano Scollo; al tavolo anche il comandante provinciale dei carabinieri di Ragusa, Salvo Gagliano, ed il comandante della Compagnia di Modica Alessandro Loddo. A finire nel carcere di Piano del Gesù a conclusione dell’operazione avviata in città fin dalle prime luci dell’alba di ieri con 30 carabinieri e l’ausilio di un elicottero da Catania, Mbarek Majed, 32 anni, tunisino nullafacente pregiudicato volto molto noto in città (nel gennaio del 2009 fu colui che assaltò un gruppo di connazionali rifugiatisi poco prima nella Stazione dei carabinieri di via Tagliamento provocando tanta paura e danni al portone di ingresso della sede dei militari), Yassine Messai 35 anni anch’egli tunisino, incensurato che abita a Cava D’Aliga, El Jirari Tarik 36 anni marocchino venditore ambulante, Fodha ben Habib Chibeb 33 anni incensurato. Soddisfazione ieri da parte del Procuratore Puleio per il lavoro investigativo dei militari dell’arma. I trafficanti sono finiti nella rete dei carabinieri attraverso un attento lavoro di intercettazioni telefoniche (per trafficare usavano un linguaggio criptico riferendosi a cd o a scarpe). Il rifornimento avveniva indifferentemente a Palermo o a Catania dove andavano o con pulman di linea o con autovetture proprie: i “carichi” erano a cadenza quasi settimanale con entrate pari a 2mila o 3mila euro. La vendita al minuto avveniva in piazza Italia ed in via Francesco Mormino Penna; ad acquistare erano i giovani, molti dei quali minorenni. I carabinieri hanno seguito passo passo le attività di smercio senza farsene accorgere, individuando oltre che i trafficanti anche gli assuntori abituali ed occasionali. Un rapporto ricco di riscontri che ha permesso di formare un impianto accusatorio utile per i provvedimenti di custodia cautelare in carcere eseguiti stamattina.

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