Cisl: ipotesi di chiusura dei posti letto dell’Area Chirurgica Indistinta di Urologia all’Ospedale di Comiso.

Pare che sia giunto il momento della parziale dismissione dell’Ospedale di Comiso. Da qualche tempo, le decisioni del Capo Dipartimento dell’Area Chirurgica, sembrano convergere verso un unico obiettivo: chiudere i posti letto dell’Area Chirurgica Indistinta di Urologia. Dopo che e’ stato impedito al medico, che era stato nominato con relativa disposizione di servizio della Direzione Generale, di prestare la propria attività presso il P.O. di Comiso, di recente e con l’ultima disposizione di servizio del 29/6/2012, e’ stato imposto al personale infermieristico assegnato di prestare la propria attività a scavalco presso l’U.O. di Urologia di Ragusa.
Di fatto è l’anticamera della definitiva chiusura! La Cisl Fp , in un incontro avuto il 28 giugno scorso con la Direzione Sanitaria Aziendale, ha chiesto rispetto e dignità per i lavoratori infermieri ivi assegnati. “Si continua a depauperare l’ospedale di infermieri – dice il segretario del sindacato, Gianfranco Marino – si continua a prelevare personale, senza che nessuno ostacoli questo stillicidio.
Si abbia il coraggio di dichiarare che l’ospedale di Comiso è diventato un serbatoio da dove vengono prelevati infermieri, con il tacito consenso di chi dovrebbe tutelare gli interessi dei Comisani e di tutta la zona Ipparina. I posti letto dell’Area Indistinta Urologica sono stati ridimensionati ad un semplice ambulatorio. Questa è la tanto decantata area chirurgica indistinta?
Non è mai partita e pensiamo che mai partirà. Dopo varie sollecitazioni ai vari responsabili, di ogni livello, al fine di chiarire definitivamente se esistono posti letto di Urologia nell’ambito dell’area chirurgica indistinta, ad oggi nessuno ha saputo o voluto dare risposte in merito, con i dipendenti costretti a girovagare da un posto di lavoro all’altro, senza avere assegnato il proprio.
Ma esiste una dignità professionale? È un diritto del lavoratore avere una sede di assegnazione o qualcuno può disporre a proprio piacimento del personale. E cio’ si verifica anche per chi e’ in possesso dei requisiti della legge 104/92 per assistere il proprio familiare con grave disabilità, quindi non trasferibile, in barba al regolamento aziendale, ove è stato espressamente ribadito che i possessori dei requisiti della legge 104/92 vengono tutelati. A queste ed altre domande, chi di dovere dovrebbe avere il coraggio di rispondere, con i fatti e non con le alzate di spalle! È evidente che il perdurare di queste situazioni imporrà alla nostra organizzazione, l’obbligo di tutelare nelle opportune sedi i dipendenti del suddetto ambulatorio di Urologia”.

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