Reggio Emilia. Lo sciclitano Peppe Conti acquista la Reggiana

Nella sede della Reggiana si è svolto l’incontro decisivo tra Giuseppe Conti, imprenditore scilcitano che operan nel campo alberghiero e turistico, e il presidente Alessandro Barilli per il passaggio di proprietà della società di Reggio Emilia.
Conti, com’è andato l’incontro?
«Bene. Ho presentato il progetto di rilancio della Reggiana che coinvolgerà la mia azienda, il Bagaglino. Un programma complessivo che tenderà a valorizzare l’aspetto sportivo ma anche il discorso di acquisizione dello stadio, oltre che di incentivazione del settore giovanile. Passa attraverso questo punti il rilancio della Reggiana».

Qual è stata la risposta dell’azionista di maggioranza Barilli?

«Barilli si è detto disponibile. Del resto è un progetto che va nell’interesse della Reggiana».

Ma quali sono tempi per un passaggio della proprietà?

«Confido entro una settimana di chiudere questa operazione. Siamo ai dettagli».

A dire la verità eravate convinti di arrivare alla firma anche due settimane fa.

«Barilli si è detto molto entusiasta della nostra proposta e del progetto che vogliamo portare avanti. Un investimento a medio termine, legato al territorio e nel pieno rispetto della reggianità. Sono convinto delle potenzialità della Reggiana che è l’unica che può avere uno stadio di proprietà».

La continuità sarà garantita dall’operato di Barilli?

«Ho visto una società ben amministrata, con conti a posto e dunque da parte nostra ci sarà solo bisogno di una spinta gestionale in quello che è il marketing e la comunicazione».

Barilli vi ha messo a disposizione il suo pacchetto di maggioranza?

«C’è la massima disponibilità a cedere la maggioranza nella quota che Barilli riterrà opportuno».

Barilli continuerà a ricoprire il ruolo di presidente?

«Alessandro rappresenta la continuità e soprattutto ha messo in atto un’eccellente amministrazione. Il nostro apporto, pertanto, sarà improntato nel marketing e nella comunicazione, oltre che nell’acquisizione dello stadio. E’ un progetto di largo respiro, diciamo di almeno cinque anni per gettare le basi per portare in alto la Reggiana e mantenerla ai vertici».

Sotto il profilo squisitamente sportivo come inciderete?

«La nuova stagione è già in corso e per questo primo periodo andrà avanti Barilli ma è evidente che dovremo firmare una lettera d’intenti per il prosieguo della stagione».

Rino D’Agnelli farà parte del vostro staff tecnico?

«Vi sono anche altre persone che possono darci una mano. Per ora abbiamo sposato la linea Barilli, poi andremo a inserire due o tre persone nell’ambito sportivo, della comunicazione e del marketing. Un lavoro di sinergie senza togliere nessuno dall’attuale rosa dei suoi collaboratori».

Non inciderete sulla squadra?

«Al momento voglio rispettare quello che è stato fatto, poi a gennaio si potranno gettare le base per il futuro».

E’ solo in questa avventura?

«Come acquisizione della società sono solo ma a livello di sinergie imprenditoriali non è escluso che altri amici possano intervenire nell’ambito del marketing e di sponsorizzazioni. In questo campo possiamo spaziare a livello nazionale e internazionale».

Perché un siciliano che vive a Torino vuole fare calcio a Reggio Emilia?

«Ritengo sia fondamentale unire immagine e comunicazione, non solo per il messaggio che può portare il calcio ma anche per una filosofia imprenditoriale».

Ma perché Reggio e la Reggiana?

«Perché Reggio e la Reggiana sono realtà sane, dove si può creare una sinergia tra business, turismo e interessi immobiliari. Sono certo che questo impegno può dare alla mia attività eccellenti risultati».

Pensa di avere sufficienti risorse finanziarie per reggere l’investimento sportivo?

«Non faremo voli pindarici ma un progetto concreto, con solide fondamenta e votato alla valorizzazione delle risorse sportive ed economiche del territorio».

Avrà una presenza costante a Reggio?

«Sarò presente anche se vivo a Torino ma ho l’ufficio a Milano, dunque sono vicino».

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