Lite in lavanderia. Modica, un’assoluzione. Due vanno a giudizio

Un diverbio per futili motivi nel gennaio 2009 ha portato a processo tre persone, nella duplice veste di imputati-parti offese. Il Gup del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, ha assolto uno di loro, ed ha rinviato a giudizio gli altri due. Per Giovanni A., difeso dall’avvocato Fabio Borrometi, il pubblico ministero, Francesco Puleio, aveva chiesto la condanna a tre anni e sei mesi. Alla fine è stato assolto. Accolta, invece, la richiesta nei confronti dell’esercente modicano Rosario V., 49 anni, difeso dall’avvocato Gaspare Abbate, e per il pensionato Salvatore R., difeso dall’avvocato Vincenzo Iozzia. Le accuse erano minacce, lesioni gravi e ingiurie in concorso. Sarebbe forse bastato un po’ di buon senso per evitare che la vicenda arrivasse sul tavolo della Procura della Repubblica. Tutto sarebbe scaturito, secondo la denuncia, da una lamentela manifestata dal pensionato nei confronti dell’artigiano, proprietario di una lavanderia, del quale era cliente. L’anziano si era presentato nell’esercizio per prelevare delle camice che aveva consegnato qualche giorno prima per la pulitura. Il proprietario aveva comunicato che ancora non erano pronti e che sarebbe dovuto ritornare. Una risposta che non avrebbe soddisfatto il cliente il quale si era lamentato, probabilmente fortemente. Ne sarebbe stato scaturito un botta e risposta, poi accentuato dalle voci alterate. Insomma una parola tira l’altra, qualcuna espressa anche in maniera forte e pesante, fatto sta che la situazione, in breve, degenerò. Ci furono attimi convulsi anche perché contemporaneamente nell’acceso contrasto si era inserito anche il cognato dell’artigiano, Giovanni A.. Lo scontro si trasformò in violenza perché qualcuno, non si sa se volontariamente o istintivamente, diede una spinta al cliente che finì al suolo violentemente. Il pensionato fu costretto a ricorrere alle cure dei medici dell’Ospedale Maggiore che refertarono una prognosi superiore ai quaranta giorni.

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