Franco "Ciccio" Belgiorno, ci ha lasciato. Ora che non è più tutti lo ricordano, magari prima qualcuno lo criticava. Lui che critico era di tutto e di tutti ma era una critica costruttiva perchè amava Modica. "Dove andremo a finire, caro Saro", mi diceva quasi sempre di prima mattina quando c’incontravamo davanti all’edicola Cerruto. Lui aveva già fatto la sua prima lunga passeggiata. Sapeva che prendevo il quotidiano da Cerruto e puntualmente lo trovavo davanti l’ingresso a chiedermi: "Chi si rici". Poi mi diceva: "Leggo sempre i tuoi articoli sul Giornale di Sicilia, io sono arrabbiato perchè ancora non mi hanno pubblicato un pezzo. Ne sto scrivendo un altro, vedrai quante gliene dico a tutti". Era sistematica questa lamentela e io amavo sorridergli, perchè in fondo gli volevo bene, perchè era fatto così. Ne aveva per ognuno. Oltre ai problema di salute della moglie Brigitte, ultimamente si lamentava dei frastuoni della notte, lui che risiedeva sul Corso Umberto. Di lui ho stimato l’uomo, l’amico, lo scrittore, il sorriso, il cappello, il cappotto, la "falcata" che disegnava con le sue lunghe gambe, la barbetta bianca, gli occhiali. Eppure, forse fatto più unico che raro, sono stato tra i pochi ad avere trovato la stima di "Ciccio" non per i suoi libri, per la storia di Modica ma per la musica(un’arte che ci accomunava oltre al giornalismo ed al Giornale di Sicilia). Le prime volte che ci siamo "dati confidenza", mi disse diretto: "Negli anni 60 aveveno un complesso musicale, il Group 70. Oggi tu canti in un complesso che si chiama Gruppo 70". "Non lo sapevo", gli risposi e lui mi rassicurò cominciando a raccondarmi le sue avventure artistiche alla Tavernetta Oasi di Marina di Modica dove insieme a Peppino Maltese, conquistava i cuori delle ragazze, le tedesche in gran parte, con le canzoni di Bruno Martino, Fred Bongusto, Frank Sinastra e Paolo. La notizia della sua morta, mi ha creato un vuoto. L’ho appresa davanti all’edicola Cerruto, luogo di passaggio e d’incontro col buon Ciccio, c’era Meno Carpentieri che aveva in mano in suo libro. Domattina acquisterò il giornale e probabilmente con l’istinto di sempre, guarderò alla mia destra per vedere se arriva. Illusione. Addio, Ciccio! Vai verso le distese praterie con la tua lunga falcata. Da te ci sarà sempre da imparare.
CICCIO BELGIORNO, GIORNALISTA, SCRITTORE MA ANCHE CANTANTE DELLA TAVERNETTA OASI
- Ottobre 17, 2008
- 12:21 am
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