La provincia di Ragusa terza in Italia per ore di indennità di cassa integrazione. Iabichella (Confsal):” La crisi ha colpito i settori dell’industria e dell’edilizia con un incremento del 352 per cento.”

La provincia iblea è terza in Italia dietro a Siracusa e Messina con 128 mila ore autorizzate (sia ordinaria che in deroga) di cui 9.048 ore di cassa integrazione straordinaria, segno di un forte malessere.
E’ il triste primato ottenuto dalle aziende e dei lavoratori iblei che, con 128 mila ore di cassa integrazione autorizzata (ordinaria e in deroga), nei primi sei mesi del 2012, pari ad un aumento del 352%, hanno subito più di tutti il malessere economico nazionale e regionale. A dichiararlo è Giorgio Iabichella, Segretario Provinciale Confsal.
589 lavoratori coinvolti e altrettante famiglie che non vedono un futuro roseo per gli anni a venire e che tende ad aumentare.
La somma di 14 milioni di euro, erogata dalla Regione, ha permesso di dare una boccata d’ossigeno provvisoria per l’economia siciliana, ma detta somma non durerà a lungo e lo stato della crisi occupazionale, che versa in tutta la Regione siciliana e che non ha risparmiato nemmeno la provincia di Ragusa, da sempre “isola felice” nell’isola, diventa quanto mai drammatico. La mancanza di programmazione di investimenti pubblici e privati, che potrebbero invertire questo trend negativo, ed i l buco di 240 milioni di euro, stimato dal Governo non ci fanno dormire di certo tra “due guanciali”, denuncia Iabichella. La disoccupazione oltre al 10 % e del 35% tra i giovani deve far pensare che bisogna cominciare a creare lavoro, altrimenti i dati peggioreranno giorno dopo giorno. La stragrande maggioranza dei lavoratori che passano in cassa integrazione rischiano di divenire disoccupati. Dobbiamo assolutamente evitare che avvenga questo disastro.
Il 29 novembre 2010 era stato costituito un tavolo di ricollocazione, dall’Ufficio provinciale del Lavoro di Ragusa, in collaborazione con Italia Lavoro, ma non sappiamo che fine abbia fatto.
Lo scopo del “tavolo” era quello di concertare, programmare ed attuare interventi e azioni organiche di politica attiva del lavoro, mettendo in comunicazione tutti gli attori che operano sul territorio, per la realizzazione di interventi finalizzati alla ricollocazione dei soggetti espulsi dal mercato del lavoro o a rischio di esclusione. Il nostro timore, prosegue Giorgio Iabichella, è che un progetto fondamentale come quello denominato “Welfare to work” si sia insabbiato magari per il disinteresse dei “soliti” sindacati, che forse non hanno interesse ad utilizzarlo.
Iabichella ha chiesto un incontro all’Ufficio del Lavoro di Ragusa per verificare la sussistenza di eventuali strade alternative da seguire al fine di risollevare il quadro drammatico in cui versano i lavoratori ed i disoccupati iblei.

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