Contro la riforma degli uffici giudiziari. Modica, Carmelo Scarso scrive al Ministro

Sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie l’avvocato Carmelo Scarso, presidente del consiglio comunale di Modica ha scritto al Ministro della Giustizia a seguito di alcune esternazioni “giustificatrici” di quest’ultimo sulla riforma esitata il 6 luglio scorso dal Governo. Il Ministro ha ritenuto che si tratta di una riforma che risponde a principi di efficienza e di economia di scala, “epocale” che permette di combattere più efficacemente la criminalità ribadendo che chi sostiene il contrario è “persona non disinteressata”. “Io – dice Scarso – sono “persona non disinteressata”. Se si vuole stigmatizzare cripticamente il fatto che la criminalità avrebbe interesse a mantenere lo status quo, allora io sono un criminale e, vista la mia allocazione siciliana, sono mafioso ma anche un soggetto sui generis visto, allo stesso tempo, difendo il presidio di giustizia sul mio territorio. La criminalità e la mafia si combattono, secondo quanti frequentano le Aule Giudiziarie, anche attraverso la presenza sul territorio di idonee strutture giudiziarie, le quali sono funzionali, in via repressiva, a far valere il principio di legalità nei territori che tale principio non hanno assimilato e non rispettano, e, in via preventiva, a difenderlo nei territori che lo hanno assimilato e lo rispettano”. La riforma, in realtà, è il frutto di una politica giudiziaria, “ispirata e imposta dai magistrati ad un corrotto mondo politico, perciò stesso ricattato e ricattabile, che adotta e assicura loro una tutela da “casta”, attraverso la modifica strumentale del sistema giustizia”. Carmelo Scarso, insomma, non le manda a dire, convinto che se il Ministero fosse libero dalla fin troppo invadente e condizionante presenza magistratuale, questa riforma non sarebbe mai nata. “E le sue conseguenze – conclude – già percepibili da chi s’ intende di giurisdizione reale e non teorica, mi inducono ad un avvertimento altrettanto epocale: il sistema giudiziario, per effetto della reale denegata giustizia a causa degli elevati costi che di certo comporterà per il cittadino, a nulla valendo per esso il risultato di tale spending review, sarà fonte di soluzioni di giustizia secondo la regola primitiva della “ragion fattasi”, silente gradino pre-mafioso. Questa riforma è la miccia di tale ineluttabile fenomeno”.

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