Stress sul lavoro e malattie cardiovascolari. La rubrica medica del dottor Federico Mavilla

Sono stato sollecitato da alcuni lettori della rubrica riguardo ad una problematica che magari sembrerà poco frequente, ma invece ha aspetti subdoli e talmente ingannevoli ,che se sottovalutati, potrebbero nascondere la vera causa delle manifestazioni patologiche di cui si soffre.
Parliamo dello stress da lavoro correlato, definito come la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorative superano le capacità individuali per fronteggiare tali richieste.
Questa condizione può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro. Vediamo, quindi, in linea semplice quali sono le vere cause:


Il sovraccarico di lavoro: il disadattamento è presente quando la persona percepisce un carico di lavoro eccessivo (le richieste lavorative sono così elevate da esaurire le energie individuali al punto da non rendere possibile il recupero
Il senso di impotenza: il soggetto non ritiene che ciò che fa o vuole fare riesca ad influire sull’esito di un determinato evento.
La mancanza di controllo: il disadattamento si verifica quando l’individuo percepisce di avere insufficiente controllo sulle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro oppure quando non ha sufficiente autorità per attuare l’attività nella maniera che ritiene più efficace.
Il riconoscimento: si ha disadattamento quando si percepisce di ricevere un riconoscimento inadeguato per il lavoro svolto.
Il senso di comunità: è presente disadattamento quando crolla il senso di appartenenza comunitario all’ambiente di lavoro, ovvero quando si percepisce che manca il sostegno, la fiducia reciproca ed il rispetto e le relazioni vengono vissute in modo distaccato ed impersonale.
L’assenza di equità: si ha disadattamento quando non viene percepita l’equità nell’ambiente di lavoro in ambiti quali, ad esempio, l’assegnazione dei carichi di lavoro e della retribuzione o l’attribuzione di promozioni e avanzamenti di carriera.
I valori contrastanti: il disadattamento nasce quando si vive un conflitto di valori all’interno del contesto di lavoro e cioè quando la persona non condivide i valori che l’organizzazione trasmette oppure quando i valori non trovano corrispondenza, a livello organizzativo, nelle scelte operate e nella condotta.
Tra gli obblighi non delegabili del datore di lavoro è prevista, ex art. 17 DLgs 81/08 l’attività di “valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’art. 28 DLgs 81/08”.
Si ricomprendono, quindi: “tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato”. Infatti la nuova normativa introdotta dal T.U. prevede la compilazione obbligatoria del Documento Valutazione Rischi ( DVR ), obbligo che non deve essere considerato come un’imposizione da parte del datore di lavoro, ma come un aiuto allo stesso ai fini della tutela del benessere all’interno dei luoghi di lavoro e nei confronti dei singoli lavoratori.
Il DVR, infatti, permette di incidere in modo positivo sull’efficienza lavorativa, sia perché consente ai lavoratori dipendenti di evitare rischi da stress lavoro-correlato e quindi stare in salute, sia perché una maggiore efficienza individuale comporta vantaggi positivi, sia in termini organizzativi che di incidenza economico-produttiva all’azienda, entità astratta, in qualunque settore essa operi.
Tanto è vero che nella redazione del documento di valutazione dei rischi il datore di lavoro si avvale dell’aiuto del RSPP e del medico competente, al quale è attribuito il compito di sorveglianza sanitaria, attività di prevenzione secondaria, per eliminare o ridurre non solo il rischio valutato e valutabile, ma anche il c.d. “rischio residuo”, che spesso è causa di patologie o alterazioni allo stato di salute del lavoratore dipendente.
Per la mancata revisione/aggiornamento del Documento di valutazione dei rischi, è applicabile a carico del datore di lavoro la sanzione pari ad un’ ammenda da 2.000 a 4.000 euro, (sanzione penale).
Se questo è l’aspetto medico-legale, ecco come lo stress di lavoro incide per esempio su un apparato di fondamentale importanza per il nostro organismo. Lo stress sul lavoro e il rischio cardiovascolare. Numerosi gruppi di ricerca , in questi anni, hanno indagato sui possibili effetti che un lavoro stressante può avere sulla salute del cuore. Parecchi studi hanno visto che chi svolge mansioni poco gratificanti e con scarsa o nullo potere decisionale va incontro più facilmente a ictus e infarto, ma anche ad ipertensione, colesterolo alto e sovrappeso.
Ma perché i lavoratori stressati sarebbero più vulnerabili alle malattie cardiovascolari? Gli esperti ritengono che tra le cause più probabili ci siano una scarsa propensione a fare attività fisica, a mangiare in modo sano, ma anche i cambiamenti ormonali provocati dallo stress, che aumenta i livelli di cortisolo, un ormone che inibisce la produzione di testosterone, compromette la funzionalità del sistema immunitario e gioca un ruolo importante nello sviluppo di alcune malattie come, appunto, quelle cardiovascolari. I fattori di rischio principali per i lavoratori sono un lavoro su turni, mansioni poco gratificanti e ripetitive, pressioni e mobbing, precariato e difficoltà a relazionarsi con capi e colleghi. Spero di avere , certamente in parte, la mia competenza non è da specialista,soddisfatto i vari lettori che hanno posto tale problematica, ostica, difficile a seguire, ma come avete capito purtroppo abbastanza frequente.

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