Ragusa: Parola d’ordine “sicurezza”. Tavola rotonda promossa dal quindicinale “la Città”

Il periodico editoriale “La Città – il giornale di Ragusa e provincia” ha promosso in collaborazione con “Euroconsult” e “Svimed” la Tavola rotonda “Ambienti di lavoro sani e sicuri”. All’interno della Campagna europea sulla valutazione dei rischi l’intento dell’iniziativa è stato quello di riunire attorno ad uno stesso tavolo sindacati, associazioni datoriali, enti pubblici e aziende. Riunirsi per discutere insieme di sicurezza sui luoghi di lavoro. Delle problematiche ad essa inerenti. Su ciò che è stato fatto e su ciò che tutti potremmo realizzare al fine di ridurre al minimo la possibilità di eventi tragici. Numerosi gli spunti emersi nel corso dell’incontro. Parola d’ordine è apparsa per tutti la prevenzione. “Si deve lavorare sempre col fine di evitare le tragedie – ha esordito il dott. Salvo Mallia, assessore provinciale al territorio ed ambiente – e migliorare il momento della formazione dei lavoratori. Non è solo la morte a destare dolore, ma anche innumerevoli forme di infortunio che possono verificarsi nel corso di una qualunque giornata di lavoro”. “Occorre sensibilizzare i giovani fin dalle scuole elementari – ha spiegato il dottor Emanuele Giampiccolo dell’Ispels – e formarli ad una cultura della sicurezza. Come Ispels mi trovo a girare varie province della Sicilia e devo dire che a Ragusa la situazione, almeno per quanto riguarda gli impianti elettrici e di sollevamento, è abbastanza buona”. “L’insicurezza – ha spiegato Gianfanco Motta, presidente dell’Asi – è l’elemento che caratterizza la nostra quotidianità. Dall’economia al lavoro. Per questo è un bene che ci sia un impegno per stabilire dei criteri fissi e che, in tema di sicurezza, ci siano dei controlli. Auspico, però, che gli Enti preposti preferiscano un approccio più educativo che repressivo nei confronti delle aziende”. Che il problema investa la società nel suo complesso lo conferma il dottor Stracquadanio dell’Inail: “Meno infortuni – spiega – equivalgono ad un onere minore per la società”. Sugli interventi di controllo si soffermano anche il dottor Conticello della Ausl 7 e il comandante dei vigili del fuoco, ingegnere Scarciotta. Per entrambi ogni controllo non deve essere di tipo repressivo ma deve puntare ad una vera e propria formazione culturale. “Il problema – ha affermato Conticello – è che se la grande impresa concepisce la sicurezza come un investimento vantaggioso, sono tante le piccole e medie imprese che non comprendono l’importanza di rispettare le norme minime di sicurezza”. “Eliminare i rischi – ha detto l’ingegnere Scarciotta – è del tutto impossibile. Ridurre al minimo ogni probabilità di incidente è doveroso. Occorre una maggiore collaborazione tra enti preposti al controllo e datori di lavoro”. Idea che è stata confermata dai presenti in rappresentanza di alcune tra le più importanti realtà imprenditoriali del territorio. Per i sindacalisti intervenuti in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil la questione sicurezza deve essere affrontata a partire dalle responsabilità individuali di ogni attore sociale. “Il lavoro nero – ha specificato Gianni Iacono della Uil – è strettamente collegato con il rischio degli infortuni”. “A Ragusa – ha aggiunto Giovanni Avola della Cisl – occorre aumentare la rappresentanza dei lavoratori nelle singole aziende”. Sui problemi inerenti il mondo dell’agricoltura è intervenuto l’ingegnere Arone di Confagricoltura. “Determinate norme del nuovo Testo unico – ha rivelato – sono di fatto impraticabili per il settore agricolo. Settore che, inoltre, ha a che fare con la difficile realtà del lavoro stagionale e precario. Elementi che rendono la formazione del dipendente assai più complessa che per altre tipologie d’aziende”. Innovazione, informazione ed integrazione sono, infine, le parole d’ordine che il professor Schillaci della Facoltà di Agraria individua per aumentare la sicurezza negli ambienti di lavoro, con particolare riferimento all’agricoltura. “Le nuove strumentazioni impongono una formazione continua del lavoratore – ha spiegato il docente – e molti incidenti sono legati ad una scarsa conoscenza di tali innovazioni. C’è poi il problema dei tanti lavoratori stranieri verso i quali è ancor più complesso dedicare tempo per la formazione. Integrazione, inoltre, vuol dire cercare un approccio integrato ai diversi livelli aziendali per contribuire tutti alla sicurezza dei luoghi di lavoro”.

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