ISPICA, CONDANNATO IL PUSHER CHE FORNI’ LA DROGA MORTALE A GIUSEPPE CARACOLLA. TRIBUNALE DI MODICA GLI INFLIGGE 4 ANNI DI RECLUSIONE

Quattro anni di carcere contro i sette richiesti dal pubblico ministero, Maria Mocciaro. Si è concluso con questa sentenza emessa dal Collegio Penale del Tribunale di Modica, presieduto dal giudice Giovanna Scibilia, il processo contro Salvatore Micieli, il pregiudicato ispicese arrestato nel mese di settembre dello scorso anno insieme a G.N., e ritenuto dagli inquirenti il pusher che aveva ceduto pochi giorni prima la dose assassina assunta il 5 settembre 2007 dal trentaduenne Giuseppe Caracolla. Il giovane, in atto detenuto, e difeso dall’avvocato Nino Savarino, è stato condannato anche a 10 mila euro di multa, interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, pagamento delle spese processuali. Disposta la confisca della somma sequestratagli all’epoca, 165 euro mentre è stata dissequestrata l’auto, una Fiat Brava. Erano stati i carabinieri ad arrestarlo. Il comandante della Stazione di Ispica, Luogotenente Paolo Aprile, in precedenza aveva tracciato le fasi antecedenti all’arresto. "Avevamo ricevuto una telefonata – aveva spiegato il militare – e ci eravamo recati in Contrada Buderi, ai confini tra i territori di Ispica e Rosolini. Giunti sul posto unitamente ai sanitari del 118 avevamo trovato Caracolla ed avevamo tentato un inutile tentativo di rianimazione. Ci eravamo resi conto che la probabile causa del decesso poteva essere ricondotta ad un’overdose anche perché sul posto a pochi metri dal corpo del giovane Caracolla avevamo rinvenuto una siringa contenente ancora un residuo di sostanza". Accanto alla vittima, all’interno di un casolare, c’era la convivente. Fu proprio la donna ad comunicare ai militari l’acquisto della droga assunta dal Caracolla, da Micieli. L’imputato fu arrestato in tarda serata nell’abitazione della suocera. Addosso aveva 165 euro in contanti, la stessa somma che avrebbe pagato la vittima per acquistare la sostanza che lo portò alla morte. Miceli, quando finì in carcere, negò in maniera categorica di avere fornito la droga assassina al Caracolla. Le indagini furono immediatamente avviate e consentirono di individuare l’uomo dal quale il tossicodipendente abitualmente si sarebbe rifornito. Come si diceva, dopo ore di ricerche il pusher fu rintracciato grazie all’individuazione della sua autovettura occultata in un vicolo cieco nei pressi dell’abitazione della suocera. Fu arrestato con la duplice accusa di spaccio di sostanze stupefacenti ed omicidio preterintenzionale.

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