L’IPERATTIVISMO DEI VECCHI POLITICI E LA DOLENTE RASSEGNAZIONE DELLA SOCIETA’ CIVILE. La riflessione di Ballarò

Le consultazioni più prossime sono le Regionali che dovrebbero avere luogo a fine ottobre e poi bisognerà aspettare la primavera del 2013 per andare a votare i nuovi amministratori in molti Comuni tra cui Modica e poi l’appuntamento per le Politiche.
Sebbene le elezioni più ravvicinate siano fra circa tre mesi, quasi tutti gli esponenti politici dei diversi partiti, dal giorno successivo alle dimissioni del Governatore della Sicilia, hanno iniziato la campagna elettorale annunciando le loro candidature ed indossando quell’abito di verginità che tengono ben conservato per queste occasioni, nelle quali puntualmente lanciano critiche al vetriolo contro i rappresentanti degli altri schieramenti e con la mano sul cuore promettono che cambieranno la politica clientelare in politica di servizio, con diversa attenzione alle istanze dei cittadini e bla bla bla come fanno da almeno vent’anni.
Negli ultimi anni, complice la crisi che ha posto l’accento sulle inefficienze della politica, sembra essere emersa una diversa consapevolezza del cittadino rispetto all’importanza del proprio voto e penso di non esagerare se affermo che almeno la metà della popolazione sia stanca dei vecchi giochini dei professionisti della politica e non si faccia più abbindolare da promesse mai mantenute in passato e che avrebbero lo stesso esito in futuro.
D’altronde, perché il cittadino dovrebbe fidarsi delle promesse da marinaio, quando ha più volte sperimentato che l’unico, vero interesse di questi signori è la propria sistemazione ?
Ciò detto, va rilevato che rispetto alle manovre dei vecchi conquistatori del potere, non esistono contromanovre di rilievo che possono fare ben sperare per un reale cambiamento nella gestione delle Istituzioni, poiché nell’ambito della società civile, fatta eccezione per qualche isolato tentativo che non avrebbe in concreto possibilità di mutare il quadro devastante prodotto dalla politica degli ultimi decenni, non si notano aggregazioni di forze sociali tali da potersi contrapporre alla scellerata concezione di rappresentare la società.
E’ rassegnazione ciò che frena tanti professionisti, imprenditori a mettersi in gioco per cambiare quello che all’unisono diciamo che vada cambiato ?
Certo, governare non è semplice come criticare, ma laddove per amor patrio o per non soggiacere ad uno stato di sudditanza a cui siamo stati relegati, non si creano le reali condizioni del cambiamento, possiamo strillare quanto vogliamo ma senz’alcuna possibilità d’essere ascoltati.
Se davvero auspichiamo il ritorno alla buona politica, bisogna che tanti professionisti seri e capaci, nuovi all’esperienza politica e pertanto più credibili di chi ci ha sguazzato con i risultati che tutti conosciamo, si spenda e dimostri che la politica buona si può ancora far

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa