Attesa estenuante al Pronto Soccorso di Modica. Infermiera aggredita da utente

Esasperato dalla lunga attesa aggredisce verbalmente un’infermiera che viene colta da malore. E’ accaduto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore dove un uomo per l’ennesima volta in due giorni aveva dovuto portare il figlio per essere curato. Dopo l’estenuante lunga attesa, l’utente ha sbottato e non appena l’infermiera è apparsa davanti alla porta ha cominciato a lamentarsi a voce alta e insistentemente.Le motivazione dell’operatrice sanitaria non lo ha soddisfatto e allora l’interessato ha inveito con veemenza nei confronti della donna e poco c’è voluto che non passasse per le vie di fatto. Solo l’intervento di altre persone in attesa nell’angusta sala antistante il Pronto Soccorso ha evitato conseguenze fisiche. L’infermiera, a quel punto, è stata colta da malore ed è stato necessaria l’assistenza dei colleghi. Poco dopo è giunto sul posto il marito della donna che ha chiesto conto e ragione al direttore di reparto, Carmelo Scarso, ha chiesto tutela per la congiunta, quale parte integrante del personale, che rischia queste situazioni per via della mancanza di personale che non permette un’organizzazione efficiente. L’uomo ha inteso parlare con il direttore sanitario, Piero Bonomo, che però era in ferie. La situazione al “Maggiore” rischia di degenerare. “Diciamo che sta già degenerando – dice Francesco Lucifora, del sindacato di categoria Nursind – e questi sono i risultati. Il personale è esasperato poiché saltano turni e ferie, in alcuni casi, addiruttura, i turni di reperibilità del gruppo operatorio superano le dodici-tredici ore mentre non dovrebbero superare le sei-sette ore, la gente non può essere assistita come dovrebbe. La carenza di operatori non consente di organizzare al meglio i reparti. Sarebbe stato meglio, in questo periodo, accorpare i reparti di area medica e chirurgica per recuperare personale. Oggi saltano i riposi, non si tiene conto delle ferie dovute. Chiaramente il rischio è che la gente arrivi ad esasperarsi e ad aggredirci durante il nostro servizio, nel momento che non comprende le difficoltà che affrontiamo giornalmente”.

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