Sulle note degli Abba e di “Mamma Mia”, grande successo a Marzamemi per il musical “Matri mia”

Una Piazza Regina Margherita che ballava, una Marzamemi inedita, letteralmente travolta dalle note degli Abba, rigorosamente tradotte in italiano ed accompagnate da testi coinvolgenti. A distanza di tredici anni, dalla prima rappresentazione londinese, dopo esser stato tradotto in nove lingue, il musical “Mamma mia”, viene brillantemente arrangiato al siciliano, diventando così “Matri mia”. Ci è concesso pensare che persino la  drammaturga inglese Catherine Johnson, ideatrice del fortunatissimo musical, si sarebbe stropicciata gli occhi alla visione della versione Pachinese. Così “Matri Mia” diventa un esilarante “feel-good” show con gli spettatori che diventano, perfettamente coinvolti dalla “strana compagnia” teatrale, attori protagonisti, ballando e cantando, andando via con un sorriso soddisfatto stampato in faccia e tanta voglia di continuare a muoversi a ritmo. Il musical rispetta gli originari due atti ed ha una trama fedele, seppur sicilianizzata e resa, in certi aspetti, ancor più divertente dell’originale. Divertente e spensierata è stata la resa scenica: la madre, Donna Sheridan, è interpretata da Elbana Pantano (probabilmente la vera mattatrice dello spettacolo: materna ed allo stesso tempo carismatica e sbarazzina) che riesce, con una naturalezza da “consumata solcatrice di prosceni”, ad indorare in un primo momento “l’amara” pillola della mancanza del padre alla figlia Sophie Sheridan, nell’occasione Denise Spicuglia, fino poi a mettersi direttamente in gioco, ritrovando l’antico sogno d’amore. Ma Denise, appena ventenne ed in procinto di coronare il suo sogno d’amore con il fidanzato Carmelo Dinatale, agogna e vuole accanto la figura paterna. Così scopre, leggendo un datato e riadattato al siciliano, diario materno, tre storie d’amore della madre con tre uomini diversi, papabili del concepimento. Dalla voglia di avere un papà, alla confusione dell’averne ben tre. Giovanni Sammito, Enzo Berretta e Gigi Spicuglia si catapultano sulla scena fra vestiti eccentrici, balli e voglia di pensare di essere, ciascuno, il vero padre, tra nostalgici momenti di immaturità e desiderio di assumersi le proprie responsabilità. A rendere ancor più di “colore” e dinamica la scena, le amiche della madre: Carmela Pantano e Margherita Rocchetti. Carmela e Margherita riescono sempre a riempire i momenti di pausa – tra le cose più difficili in un musical – inventando veri e propri “show-stoppers”, con scroscianti applausi a scena aperta. Una delle scene più coinvolgenti fra le tre è il dialogo della Carmela Pantano con le due amiche, nello spiegare le sue tre relazioni finite, che le hanno regalato, in dote, ognuna un’innovazione fisica, resa scenica mai in maniera volgare ma sempre con una simpatia contagiosa. Giusto ricordare, inoltre, la bravura del corpo di ballo (Arianna Barone, Gaia Caldera, Serena Caldera, Patrizia Difede, Eugenia La Pira ed Angelo Misseri), sempre sulla “nota”. Il dipanarsi è divertente e classico, seppur siciliano e prettamente “isolano”, la conclusione è fedele all’originale. Insomma, una recitazione ironica ed espressiva che ben si amalgama con le coreografie vivaci e ben eseguite. Il risultato è un musical molto gradevole che fa scorrere in un soffio le circa due ore di spettacolo. Le ideatrici, Carmela ed Elbana Pantano, due giovani “Peter Pan”, hanno colpito nel segno: far ridere e regalare emozioni, riuscendo a trascinare il pubblico con il ritmo, in un movimentato numero finale.

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