Sabato 25 agosto, a Pozzallo “Le serate di Nomadelfia”, con danze e figurazioni acrobatiche

Le “Serate di Nomadelfia” andranno in scena a Pozzallo, presso Piazzale dei Marinai, il prossimo 25 agosto, nell’ambito delle manifestazioni dell’estate pozzallese. Rappresentano un modo originale e coinvolgente con cui Nomadelfia si fa conoscere attraverso danze e figurazioni acrobatiche eseguite dai suoi giovani. Con questo spettacolo sarà possibile comprendere il clima di amicizia e l’attrazione di un mondo libero e pulito, che tutti sogniamo, che conferisce alle serate un fascino che a distanza di 40 anni non si è appannato e che continua, dopo oltre mille repliche, a riempire le piazze. E’ una testimonianza vivente che occhi attenti sanno riconoscere in tutti i loro gesti anche quando allestiscono gli impianti, e quando, al termine dello spettacolo, in circa un’ora, lavorando insieme, smontano, caricano tutto sui camion, puliscono la piazza. Nate nel 1966, su proposta di don Zeno, le Serate hanno avuto più di 1.000 repliche sulle piazze di tutta Italia ed anche all’estero. Ampiamente superato il milione di spettatori.
Il 12 agosto 1980 a Castelgandolfo è stata presentata una Serata al Papa Giovanni Paolo II. Nel marzo 1999 a Grosseto vi assistette l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Le danze sono tratte dal folklore di tutto il mondo.

Ma cos’è Nomadelfia?

Nomadelfia è stata fondata da don Zeno Saltini il quale, diventando sacerdote nel 1931, ha accolto come figlio un giovane che usciva dal carcere. Da allora quasi 5.000 figli sono stati accolti nelle famiglie di Nomadelfia. E proprio il termine Nomadelfia, che deriva dal greco, significa legge di fraternità. Una popolazione comunitaria di famiglie che vivono insieme con lo scopo di costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo. Al Vangelo infatti, fanno riferimento tutte le norme che regolano la vita personale, familiare e sociale di questa comunità di famiglie. Oggi è una popolazione di circa 300 persone, 60 famiglie, con sede in Toscana vicino a Grosseto. Per lo Stato Italiano Nomadelfia è un’associazione civile ed è organizzata sotto forma di cooperativa di lavoro. Per la Chiesa è una parrocchia comunitaria ed una “Associazione privata tra fedeli”. Un paese dove tutti i beni sono in comune e non circola denaro. Le famiglie sono aperte all’accoglienza di minori in stato di disagio o di abbandono, La paternità e la maternità sono esercitate “in solido” da tutti gli adulti, che si impegnano ad amare e a collaborare nell’educazione di tutti i figli secondo una linea pedagogica comune ispirata al Vangelo. Per superare l’egoismo familiare don Zeno ha creato i “gruppi familiari”, composti ciascuno da quattro o cinque famiglie che vivono insieme. In un’abitazione centrale hanno in comune sala da pranzo, cucina, laboratori, mentre ciascuna famiglia ha le camere da letto in casette separate. Ogni tre anni i gruppi familiari vengono ricomposti per fraternizzare persone e famiglie senza condizioni. Nel lavoro è nata una soluzione sociale che supera il dualismo “padrone e operaio” ed anche le più avanzate esperienze di compartecipazione e di cooperativismo: la fraternità. I Nomadelfi lavorano nelle aziende, nei laboratori, negli uffici, nelle scuole della comunità. Per risolvere il problema dei lavori stagionali, pesanti, ripetitivi si organizzano “lavori di massa” ai quali partecipa tutta la popolazione. Non esiste disoccupazione. Nella “scuola familiare”, riconosciuta per legge, insegnanti sono gli stessi Nomadelfi; i figli sono obbligati a studiare almeno fino a 18 anni, e vengono presentati come privatisti agli esami presso le scuole statali. Una volta raggiunta la maggiore età sono liberi di rimanere oppure di lasciare Nomadelfia. Le risorse economiche provengono dal lavoro dei Nomadelfi, dai contributi di legge per i figli accolti e dalla Provvidenza, specialmente attraverso le attività di apostolato: stampa, ospitalità, incontri. È una democrazia diretta, nella quale tutti i membri effettivi partecipano attraverso l’Assemblea ad approvare le leggi, a prendere le decisioni più importanti, a rinnovare le cariche costituzionali. Nomadelfia è una proposta che non è chiusa in se stessa, ma vive per gli altri. Invita i cristiani a vivere coerentemente il Vangelo e i non cristiani a vivere la legge della solidarietà umana universale.
Giovanni Paolo II, visitando Nomadelfia nel 1989, la definì “Una parrocchia che si ispira al modello descritto negli Atti degli Apostoli” e “Una società che prepara le sue leggi ispirandosi agli ideali predicati da Cristo”.

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