ELEZIONI IN SICILIA CRISI DEI PARTITI E SOCIETA’ CIVILE

Dal nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, arriva il monito ai partiti di essere meno burocratici, meno verticistici, più vicini alla società civile e alla gente. Che ben vengano, inoltre, i codici etici, in un momento di degenerazione della politica che allontana i cittadini dal vero senso della politica, che dovrebbe essere dialettica, dialogo sulla realtà circostante, e non un luogo dove esercitare in modo spudorato il “particulare”, per dirla con le parole di un grande uomo del Cinquecento, Francesco Guicciardini. I partiti dovrebbero essere non luoghi degli interessi dei pochi, che spesse volte usano il bene pubblico come mezzo per arrivare a dei progetti piccoli piccoli, che non hanno niente a che fare con il bene di tutti.
E’ quanto detto sopra che allontana i cittadini dalla politica: il fatto che le statistiche danno il 51 % degli elettori che andranno a votare, ci dovrebbe fare pensare e dovrebbe problematizzare i partiti e la politica in generale.
Il problema sarà indurre la gente ad andare a votare, in quando il problema non è chi votare o quale candidato presidente, o coalizione scegliere: parliamo delle elezioni in Sicilia del 28 ottobre. Qui si misureranno i partiti , le coalizioni, le alleanze nazionali, essendo la Sicilia un laboratorio cui la politica nazionale si rivolge per convalidare le linee della propria politica.
La Sicilia, terra di conquista, dà in breve l’input alla nazione. Le primarie delle idee, che si svolge il 7,8 e 9 settembre, a Chianciano, lancia una campagna di idee per rinvigorire e rigenerare l’udc: il partito in questione, in breve, si è problematizzato sui temi della burocratizzazione, degli eccessivi verticismi, e lancia una pietra verso gli iscritti al partito. E’ una novità, che avrà i suoi frutti, in un momento in cui le critiche si sollevano da più parti, le devastanti demagogie vedono critiche distruttive nei confronti della società e del sistema. Non si conoscono ancora sistemi che possano sostituire i partiti, nonostante, spesse volte, la democrazia non viene assicurata: pensiamo che tutto viene accentrato a Roma, e alle decisioni dei leader, e non degli iscritti: è quello che è successo con la scelta dei candidati a presidente per la Regione Sicilia, ma anche per altre situazioni che non stiamo ad elencare. Ma i tiri vanno aggiustati, in quando la democrazia, la dialettica, il dialogo devono imporsi in questo momento di degenerazione dei partiti. La partecipazione, il consenso, se queste sono assicurate, verranno da soli.

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