Gerratana (Pdl): “Il divieto di attraversamento del Corso Umberto in bici, durante la chiusura, offende la città di Modica”

“Grazie al sindaco Buscema ed alla sua amministrazione, Modica è diventata una città da operetta! Tanti e tali sono gli episodi di inettitudine ed improvvisazione da dare l’idea di una nave senza alcun capitano alla guida, in balia delle onde e solo in attesa dell’ultimo, definitivo naufragio che la schianti sugli scogli”.
Il consigliere comunale del PdL di Modica, Nino Gerratana, commenta l’episodio che ha visto coinvolta una giovane ciclista, “rea” di voler attraversare il Corso Umberto in bicicletta, durante la chiusura alle auto, e bloccata proditoriamente a causa dell’ordinanza sindacale che vieterebbe.
“Certo non molto meglio l’ha presa il Presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Giampaolo Schillaci – dice Gerratana – che ha definito “assurdo quanto accaduto a Modica. E’ spiacevole constatare come in una città importante culturalmente, quale la città della Contea ci sia un’ordinanza del genere”. Purtroppo per lui da tempo non viene a Modica e non ha potuto constatare di presenza come l’Amministrazione sia impegnata in una missione fondamentale: scoraggiare i turisti, evitare che di Modica si parli con soddisfazione e dare occasione a quanti si trovano a sperimentare le idee strane di questa Amministrazione di poter criticare la città. Sarebbe bene, non solo che il sindaco chieda immediatamente scusa alla ciclista cui è stato impedito il transito, ma che modifichi e adegui l’ordinanza, riportandola a condizioni di buon senso ed equilibrio fin qui sconosciute, informando tempestivamente il presidente dell’associazione e cercando di riparare, seppure in minima parte, all’ennesimo danno d’immagine procurato alla città”. Per una corretta informazione è giusto, comunque, rilevare che da anni esiste questo divieto. Non si tratta, dunque, di un provvedimento adottato dall’attuale sindaco ma è, invece, un’ordinanza che si è cambiata solo negli orari e nei giorni ma che risulta, leggendo le precedenti pubblicate all’albo pretorio, essere identica da almeno venti anni. 

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