Presunti basisti di clandestini a Pozzallo. Tdl scarcera Angileri e Krifa

Il Tribunale della Libertà di Catania ha concesso gli arresti domiciliari a Donato Angileri, 31 anni, pozzallese, e Mohamed Krifa, 37 anni, tunisino, residente a Pozzallo, accogliendo, in questo modo, parzialmente le richieste dell’avvocato Ignazio Galfo, e riformando, dunque, l’ordinanza del Gip di Catania. Il legale modicano aveva reiterato la richiesta dopo che il TDL di Catania aveva rigettato il primo ricorso avverso l’originaria ordinanza custodiale del Gip di Modica del 9 agosto scorso che disponeva la custodia cautelare in carcere per sette presunti basisti accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso con tre minorenni componenti dell’equipaggio, incaricati di pilotare e governare un barcone di nazionalità egiziana e della vigilanza sui migranti, durante la traversata nel canale di Sicilia. Galfo ha proposto, in questo caso, ricorso per soli cinque indagati, avverso l’ordinanza confermativa del 20 agosto del Gip Distrettuale di Catania(il procedimento, infatti, è stato trasferito per competenza alla Procura Distrettuale Antimafia). Le sette persone arrestate erano state arrestate dai carabinieri dopo lo sbarco di clandestini a Cirica del sette agosto scorso. Oltre ai due ammessi, ora, ai domiciliari, erano finiti in carcere il pozzallese Giuseppe Zocco, 36 anni, Saidani Mohamed, tunisino, 33 anni, residente a Pozzallo, Lutfi Mohammed Essabah Adnan, palestinese, 35 anni, residente a Malta, Farag Mahoud Abdalla, egiziano, 46 anni, residente a Pozzallo, e Mohamed Bourbia, tunisino, 31 anni, responsabile della comunità islamica di Pozzallo. Nei giorni successivi tutti furono raggiunti da analogo provvedimento stavolta emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. I sette all’atto dell’arrivo dei carabinieri erano riuniti in una struttura ricettiva di Pozzallo per gestire in maniera riservata le ultime fasi dello sbarco che sarebbe dovuto avvenire da lì a poche ore sulla spiaggia ispicese di Cirica. L’avvocato Galfo è adesso di conoscere il provvedimento e le motivazioni per valutare la opportunità di ricorrere in Cassazione per quegli indagati in relazione ai quali la richiesta di riforma della ordinanza custodiale è stata totalmente rigettata.

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