APATIA O RASSEGNAZIONE DELLA SOCIETA’ CIVILE? La riflessione di Ballarò

Credo che se i nostri antenati avessero la possibilità di assistere a quanto accade nell’attuale società e a come si reagisce per una correzione delle tante anomalie che ci vengono imposte da chi può, ne rimarrebbero così stupiti da morire di nuovo per lo sconcerto e lo spavento.
Che fine ha fatto quel coraggio civile degli italiani delle precedenti generazioni che ha reso possibile l’affermazione della democrazia e la conquista di tanti diritti mediante lotte, talvolta costate la vita ?
Oggi, malgrado una maggiore consapevolezza acquisita grazie ai mezzi di comunicazione di cui si dispone, nonostante una parte considerevole della società abbia piena coscienza che chi ha mal governato il Paese negli ultimi vent’anni andrebbe sostituito subito per evitare ulteriori danni ai cittadini, perché potessero finire o quantomeno ridimensionarsi a livello fisiologico il latrocinio e le connivenze malavitose che hanno messo l’Italia in ginocchio ma a pagarne lo scotto sono i soliti noti o quei fessacchiotti dei cittadini, paradossalmente, si evidenzia sempre più una sorta di apatia o rassegnazione a questo stato di cose , che nulla di positivo lascia presagire in prospettiva.
Oggi, a poco più d’un mese dalle consultazioni regionali, siamo nel pieno delle vomitevoli affermazioni dei vecchi politici che con quotidiani proclami tentano per l’ennesima volta di turlupinare i cittadini ormai sfiancati da troppi anni di annunci disattesi, promesse mai mantenute, prese in giro conclamate, ma a prescindere da sporadici interventi di qualcuno che non accenna a rassegnarsi a cotanta vergogna, il resto è silenzio tombale; un silenzio che prelude alle riconferme dei tanti marpioni della politica e che non concede spazio ad una prospettiva di reale cambiamento .
Prosperano i movimenti che a chiacchiere vorrebbero contrapporsi alla malapolitica, ma in realtà esistono già reali segnali di aggregazione con la stessa; si organizzano i soliti giochetti tra tutti i partiti per aggregazioni volte alla potenziale vittoria, noncuranti di mostrare un minimo di coerenza e di rispetto per quegli elettori che hanno votato un partito e non un altro per la diversità di programma;tutti pronti a giustificare le scelte di schieramento per il bene dei cittadini, salvo contraddirsi con i comportamenti del giorno prima.
Insomma siamo nel bel centro d’un caos forse irrisolvibile, nella misura in cui non abbandoniamo questa diffusa apatia o rassegnazione che caratterizza buona parte della società.
E’ ora di smetterla col pensare che il nostro contributo al cambiamento dello statu quo sia irrilevante, poiché la storia avrebbe dovuto insegnarci che i cambiamenti profondi della società avvengono sempre e solo dal basso.
Si faccia in modo che ai nostri discendenti si possa almeno dire: io ci ho provato.

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