Davide Giacalone, di LeAli alla Sicilia: “Sta venendo giù tutto”.

“Lo avevamo detto: da Sicilia è l’Italia al cubo. Qui il crollo della seconda Repubblica ha preso tinte grottesche, con una disfida fra gruppi arlecchineschi, candidati presidenti al di sotto della benché minima credibilità e candidati al seggio che passano da una lista all’altra, il tutto in un fuoco d’artificio di spese folli e personalismi ridicoli. Ma quel che accade qui accede anche in Italia”, lo ha detto Davide Giacalone, di LeAli alla Sicilia.
“La prima Repubblica cadde in uno scontro interno alle istituzioni, riflesso di un mutato equilibrio internazionale. La seconda sta affondando in una pozza, provocato dal suo stesso squagliarsi. La vicenda di altre regioni, e da ultima il Lazio (ne arriveranno altre), dimostra il catastrofico errore commesso nel deselezionare la classe dirigente, promuovendo gli arraffoni deficienti e fedeli, nel mentre si tenevano fuori le persone dabbene e competenti. Tale errore è macroscopicamente riprodotto in Sicilia. Nel complice silenzio degli interessi che pensano di inzuppare ancora il pane, e nella corriva partecipazione di un sistema dell’informazione che, non a caso, perde lettori, ascoltatori, soldi e influenza”.
“Nascerà LeAli al Lazio, sono già nati i LeAli in altre città, si approderà ai LeAli all’Italia. Non è un nuovo partito (ce ne sarebbe e ce ne sarà bisogno, ma non possiamo essere noi, con due lire e solo la nostra faccia), ma un moto di rottura, una rivolta di serietà, una ribellione di competenza. Perché non vogliamo vedere tutto affondare. Per questo – ha concluso Giacalone – i siciliani hanno la possibilità di essere i primi, nello scrivere una pagina nuova e migliore, nell’aprire una storia diversa. Se cederanno alla sfiducia e alla rassegnazione si condanneranno a essere gli ultimi a crescere e i primi a fallire”.

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